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Omerovic, svolta nel caso del disabile precipitato dalla finestra: agenti non avevano mandato di perquisizione

Nuovi dettagli su Hasib Omerovic, il disabile rom precipitato da una finestra a Roma: gli agenti intervenuti non avevano il mandato di perquisizione

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È a un punto di svolta il caso di Hasib Omerovic, il disabile precipitato dalla finestra di un’abitazione nel quartiere Primavalle di Roma durante una perquisizione alla fine del mese di luglio.

Caso Hasib Omerovic: la nuova scoperta

Come riferito dall’agenzia ‘Ansa’, dai primi accertamenti svolti nell’ambito dell’indagine sul caso di Hasib Omerovic, sordomuto, ancora ricoverato dopo la caduta, è emerso che gli agenti intervenuti all’interno dell’appartamento non avevano alcun mandato di perquisizione da parte della Procura di Roma.

Chi indaga dovrà chiarire se sia trattata di una perquisizione di iniziativa coordinata da un funzionario o di una decisione presa dagli agenti che saranno sentiti dagli inquirenti.

Le indagini

Gli uomini della Squadra mobile, alla quale la Procura di Roma ha delegato le indagini, hanno ascoltato i vicini di casa della famiglia Omerovic. Per la vicenda di Hasib Omerovic, i pm di piazzale Clodio stanno procedendo al momento per tentato omicidio.

La richiesta della famiglia

L’avvocato Arturo Salerni, legale dei genitori e della sorella di Hasib Omerovic, ha annunciato che la famiglia ha richiesto di essere spostata dal quartiere di Primavalle di Roma perché “ha paura“. “Alla luce di quanto emerso, per ragioni di sicurezza, la famiglia ha chiesto di essere allontanata da quella zona”, ha spiegato il legale.

La perquisizione, secondo quanto appreso e riferito dall”Ansa’, era scaturita da alcune segnalazioni, riportate anche in un post pubblicato e poi cancellato su ‘Facebook’, in cui Hasib Omerovic veniva accusato di avere molestato alcune ragazze.

PrimavalleFonte foto: Tuttocittà
Primavalle, teatro della vicenda che vede protagonista Hasib Omerovic, è un quartiere alla periferia di Roma.

Il racconto della sorella di Hasib Omerovic

Nell’esposto presentato in Procura, la sorella di Hasib Omerovic, anche lei disabile, ha raccontato così la perquisizione: “Ho sentito suonare e ho aperto la porta. Una donna con degli uomini vestiti normalmente sono entrati in casa. La donna ha chiuso la serranda della finestra del salone. Hanno chiesto i documenti di mio fratello”.

Stando al racconto della ragazza riportato nella denuncia, il fratello si sarebbe spaventato e si sarebbe chiuso nella sua stanza. A quel punto, gli agenti avrebbero forzato la porta. La sorella di Hasib Omerovic ha riferito: “Lo hanno picchiato con il bastone, è caduto e hanno iniziato a dargli i calci. È scappato in camera e si è chiuso. Loro hanno rotto la porta, gli hanno dato pugni e calci. Lo hanno preso dai piedi e lo hanno buttato giù“.

L’interrogazione parlamentare

Sul caso di Hasib Omerovic, l’onorevole Riccardo Magi ha presentato un’interrogazione parlamentare alla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese. Magi ha scritto: “Non è chiaro il motivo per cui la polizia sia entrata nell’abitazione e abbia richiesto (ad Hasib Omerovic, ndr) i documenti, né perché gli siano state fatte delle fotografie. I familiari non sono a conoscenza di eventuali verbali a suo carico né di alcuna attività di indagine specifica svolta dalla polizia giudiziaria, né al loro arrivo sul posto né successivamente”.

Riccardo Magi ha chiesto alla ministra se sia “a conoscenza della vicenda e se, al di là dei profili di competenza dell’autorità giudiziaria, non ritenga di avviare con la massima urgenza un’indagine interna per fare luce sugli obiettivi e le modalità dell’intervento della polizia di stato e su eventuali violazioni anche disciplinari poste in essere, se vi sia un rapporto di servizio sull’intervento e quale sia il contenuto dello stesso”.

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Polizia Fonte foto: iStock - abile
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