Olimpiadi, oro a un iraniano tra le polemiche: "È un terrorista"

Bufera su un atleta iraniano, medaglia d’oro nella pistola 10 metri alle Olimpiadi di Tokyo 2020: Javad Foroughi è accusato di essere un terrorista. La denuncia è arrivata direttamente dagli avversari della Corea del Sud: il Comitato olimpico internazionale (Cio) ha risposto chiedendo delle prove. Cosa è successo.

Olimpiadi, oro a un iraniano tra le polemiche: “È un terrorista”

Dopo il caso degli avversari di un judoka israeliano,  Tohar Butbul, che si sono rifiutati di affrontarlo per sostenere la causa palestinese, scoppia un nuovo caso diplomatico a Tokyo 2020.

Un infermiere iraniano, Javad Foroughi, ha vinto la medaglia d’oro nella pistola 10 metri. Una bella storia, se non fosse per le accuse della Corea del Sud.

Jin Jongoh, arrivato quindicesimo nella stessa gara, hanno accusato Foroughi di essere “un terrorista” perché, nel suo passato, avrebbe fatto parte del Corpo dei Guardiani della Rivoluzione islamica, un’organizzazione che da due anni è finita nella blacklist dei gruppi terroristici stilata dagli Stati Uniti: “Come può un terrorista vincere l’oro? Questa è la cosa più assurda e ridicola”, ha detto il sudcoreano.

Olimpiadi, oro a un iraniano tra le polemiche: la replica del Cio

Il portavoce del Comitato olimpico internazionale, Mark Adams, ha replicato così: “Se hanno delle prove che ce le facciano avere: noi siamo qui”.

Varie associazioni sono intervenute a sostegno di questa tesi, ma per ora, a parte Adams, non ci sono state altre reazioni, né tanto meno commenti da parte del Cio olimpico dell’Iran.

Il tribunale dei social, invece, si è attivato subito. Sono state lanciate diverse petizioni per ritirare l’oro a Foroughi.

L’olimpionico, che nel 2021 ha chiuso primo in Coppa del Mondo a New Delhi e Osijek, ufficialmente svolge la professione di infermiere: il giornale del suo paese l’ha definita “una medaglia inaspettata, vinta da un infermiere dei Guardiani che è allo stesso tempo difensore della salute e del santuario”.

Ed è proprio mentre serviva la patria iraniana in un ospedale in Siria che, nel 2013, ha cominciato a sparare con la pistola, “cosa che prima non avevo mai fatto“, ha raccontato.

Fonte foto: ANSA