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Nel giorno della festa della donna Gino Cecchettin svela il retroscena sulla telefonata con Sergio Mattarella

In un'intervista che ricade nel giorno della festa della donna, Gino Cecchettin parla di Giulia e della telefonata ricevuta da Sergio Mattarella

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Gino Cecchettin, padre di Giulia, nella giornata di venerdì 8 marzo riflette sulla festa della donna e rivela i dettagli della telefonata ricevuta da Sergio Mattarella, capace di dargli conforto e speranza nel momento di maggior dolore. Nell’intervista, Cecchettin tocca diversi temi: dal significato della ricorrenza, al dolore per la morte della moglie prima, e della figlia poi, passando per l’auspicio che l’ennesimo caso di femminicidio possa preludere a maggiori sforzi e investimenti in sicurezza e formazione.

Gino Cecchettin e l’amore per le sue donne

Gino Cecchettin affronta il suo primo 8 marzo senza la figlia Giulia, dopo aver già vissuto questa giornata con il vuoto lasciato dalla scomparsa di Monica, sua moglie, sconfitta dal cancro a ottobre 2022.

“Sulla spalla ho una rosa col suo nome, un gesto che ho fatto d’impulso, alla fine dell’estate scorsa: così mi portavo Monica sempre con me, ed era anche il segno di una ripartenza inattesa, gioiosa” racconta Gino Cecchettin, menzionando il tatuaggio che aveva quasi timore di rivelare alla figlia.

gino cecchettin libro sergio mattarella festa donnaFonte foto: ANSA

Gino Cecchettin durante la presentazione del libro “Cara Giulia”

Giulia era a un passo dalla laurea, e sembrava tornare un barlume di serenità in famiglia. Prima dell’inaudito dolore, con l’eterno dubbio che sorge in queste circostanze.

“Continuamente, te lo chiedi. Ma a me stesso, prima: cosa potevo fare” ha ammesso Cecchettin. “E dopo allo Stato, alla sicurezza. Io potevo parlare di più con lei. Scavare, magari non dare tanta libertà a una ragazza che pure era responsabile, coscienziosa come lei”.

La telefonata di Sergio Mattarella a Gino Cecchettin

Nell’intervista a Repubblica, Gino Cecchettin viene invitato a scegliere un messaggio, una dimostrazione di affetto che gli è rimasta dentro. E rivela così il colloquio telefonico con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

“Non dimenticherò mai la sua telefonata” racconta Cecchettin. “Perché è arrivata nel momento più duro, e lui lo sapeva. Giulia già non c’era più da settimane, già avevamo subìto tutto, ma aspettavamo di poter fare il funerale. Lui mi ha detto: ti chiamo ora perché so che adesso serve. E mi ha davvero incoraggiato, mi ha dato speranza”.

Il pensiero di Gino Cecchettin per la festa della donna

Se da padre convive con il rimorso di non aver indagato maggiormente sulla vita di Giulia, magari anche violando la sua privacy, da cittadino Gino Cecchettin si pone domande su cosa si potrebbe fare per migliorare la situazione, dare un senso alla tragedia.

“Sono grato alle forze dell’ordine, agli inquirenti, molto” sottolinea Cecchettin. “Ma penso che se davvero vogliamo cambiare le cose, se la battaglia contro i femminicidi e la violenza di genere la dobbiamo fare insieme, dobbiamo anche investire. Di più. Sulla vigilanza, sui territori. Dobbiamo avere pattuglie in più, donne e uomini in più. Non posso dimenticare che mentre denunciavo, mentre giustamente ripetevo una due dieci volte le cose, tutto si era già compiuto”.

Accanto alla sicurezza, per Cecchettin è indispensabile lo sforzo educativo e formativo con i ragazzi, un tema nel quale va ricondotta la decisione di pubblicare un libro, “Cara Giulia. Quello che ho imparato da mia figlia”, per finanziare la Fondazione nel nome di sua figlia che punterà sul coinvolgimento di associazioni ed enti di formazione, per promuovere consapevolezza e provare a cambiare le cose.

gino cecchettin sergio mattarella festa donna Fonte foto: ANSA
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