Non solo ergastolo per Turetta, maxi risarcimento chiesto dalla famiglia Cecchettin: a quanto ammonta
Il pm Andrea Petroni ha chiesto l’ergastolo per Filippo Turetta, la famiglia Cecchettin ha avanzato una richiesta di risarcimento che ammonta a oltre 2 milioni
Il processo per il femminicidio di Giulia Cecchettin ha raggiunto un momento cruciale nella giornata di lunedì 25 novembre, quando, durante la Corte d’Assise di Venezia, sono state avanzate le richieste delle parti civili. A fronte dell’accusa di omicidio premeditato, il pubblico ministero Andrea Petroni ha chiesto l’ergastolo per Filippo Turetta, il 23enne reo confesso dell’atroce delitto. Ma non solo.
- Turetta, richiesti ergastolo e risarcimento milionario
- Il terrore provato da Giulia Cecchettin
- Le prossime tappe del processo
Turetta, richiesti ergastolo e risarcimento milionario
La brutalità con cui Giulia è stata uccisa, 75 coltellate inflitte senza pietà, e l’evidente premeditazione del gesto, sono state sottolineate dalle parole degli avvocati di parte civile, che hanno chiesto anche un risarcimento danni di 2.150.000 euro per la famiglia Cecchettin.
Come riporta Ansa, l’accusa ha ripercorso minuziosamente i terribili eventi dell’11 novembre 2023, quando Turetta, accecato da un’ossessione morbosa per Giulia, ha messo in atto il suo piano di morte.
Filippo Turetta
La ragazza, che aveva deciso di chiudere definitivamente con lui, è stata perseguitata attraverso minacce sui social e comportamenti violenti.
A corroborare la tesi della premeditazione c’è la lista scritta da Turetta pochi giorni prima dell’omicidio, in cui annotava gli acquisti fatti per compiere il crimine: scotch, coltelli, sacchi neri e altri strumenti per occultare il corpo.
Il terrore provato da Giulia Cecchettin
Durante il processo, i legali della famiglia Cecchettin hanno voluto mettere in evidenza non solo la ferocia dell’assassino, ma anche il dolore irreparabile subito dai familiari della vittima.
Stefano Tigani, che rappresenta il padre Gino Cecchettin, ha parlato del terrore provato dalla figlia, mentre Nicodemo Gentile, legale della sorella Elena, ha espresso il profondo rispetto dei Cecchettin per la famiglia Turetta, pur chiedendo giustizia per la morte di Giulia.
Gli avvocati hanno chiesto che Giulia diventi un simbolo, un monito contro la violenza di genere, e hanno sollecitato la Corte a non dimenticare la crudeltà del crimine.
La famiglia ha inoltre avanzato una richiesta di risarcimento che ammonta a oltre due milioni di euro, una cifra simbolica ma significativa, destinata a far fronte al dolore immenso e alle sofferenze che l’omicidio ha inflitto.
Le prossime tappe del processo
Il processo proseguirà con la difesa di Turetta, che nelle prossime udienze potrebbe invocare un percorso di giustizia riparativa, senza chiedere uno sconto di pena, ma cercando di redimersi di fronte alla sofferenza provocata.
La sentenza finale è prevista per il 3 dicembre, ma l’esito del processo appare ormai segnato: un caso che non è solo una condanna per un omicidio, ma un momento di riflessione sulla violenza di genere e sulle devastanti conseguenze per le famiglie delle vittime.