Mostro di Firenze, i nuovi indizi sul delitto dei francesi a Scopeti che potrebbero far riaprire il caso
I nuovi indizi raccolti sulla piazzola degli Scopeti potrebbero riaprire il processo sul mostro di Firenze: cosa è stato trovato
Nuovi indizi potrebbero far riaprire il processo al mostro di Firenze e sconfessare la testimonianza di Giancarlo Lotti, il “pentito” dei compagni di merende. Ancora una volta le novità arrivano dal duplice omicidio di Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili, le ultime vittime dell’assassino i cui cadaveri furono rinvenuti lunedì 9 settembre 1985 da Luca Santucci, un cercatore di funghi. Lotti riferì che la coppia era stata uccisa nella notte di domenica 8 settembre da Pietro Pacciani e Mario Vanni, un delitto al quale egli stesso avrebbe assistito in presenza di un amico, Fernando Pucci. Eppure, secondo i nuovi rilievi effettuati nella piazzola degli Scopeti (dove si consumò il delitto), le parole di Lotti potrebbero essere smentite.
- I nuovi indizi sul mostro di Firenze
- La risposta è nelle larve?
- La possibilità di riapertura del caso
- L'omicidio degli Scopeti
I nuovi indizi sul mostro di Firenze
La notizia arriva da La Nazione. Due entomologi forensi, Fabiola Giusti e Stefano Vanin, hanno concluso i rilievi condotti sulla piazzola degli Scopeti dove furono uccisi Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili, le ultime vittime attribuite al mostro di Firenze.
Secondo i risultati, ottenuti con la ricostruzione dello scenario di quel 9 settembre 1985 in cui Luca Santucci fece la macabra scoperta, Giancarlo Lotti avrebbe dichiarato il falso.
Sul luogo del duplice delitto degli Scopeti, l’ultimo attribuito al mostro di Firenze, sono stati condotti nuovi rilievi che potrebbero far riaprire il caso
Lotti dichiarò che le vittime francesi furono uccise intorno alle 23 della notte prima del ritrovamento, quindi l’8 settembre. Ciò significava che Pacciani e Vanni avrebbero colpito la coppia poche ore prima del passaggio del cercatore di funghi.
Eppure i corpi, specialmente quello di Nadine Mauriot, si trovavano uno stato di decomposizione tale da far pensare che gli omicidi si fossero consumati ben prima della collocazione temporale fornita da Giancarlo Lotti. Oggi, grazie al lavoro di Fabiola Giusti e Stefano Vanin condotto sulla fauna cadaverica, tali dubbi divengono legittimi.
“I risultati sono incoraggianti nello smentire in maniera categorica le dichiarazioni del teste oculare”, riferisce la dottoressa Giusti a La Nazione. Secondo i risultati, infatti, il duplice omicidio potrebbe risalire ad almeno la notte precedente quella indicata da Lotti.
La risposta è nelle larve?
Fabiola Giusti e Stefano Vanin sono tornati alla radura degli Scopeti e hanno montato una tenda simile a quella installata dalle vittime. All’interno di essa gli esperti hanno messo della carne e hanno atteso l’arrivo delle larve e delle mosche. Giusti e Vanin hanno notato che per arrivare alla formazione dello stesso quantitativo di fauna cadaverica presente sul corpo di Nadine – la donna, infatti, fu uccisa all’interno della tenda – e immortalato nelle foto dell’autopsia, sono state necessarie ben più ore rispetto al lasso temporale che sarebbe trascorso tra il duplice omicidio (in base all’orario indicato da Lotti) e il rinvenimento dei corpi.
Secondo tale risultato, quindi, la testimonianza di Giancarlo Lotti (“Katanga”) che portò alla condanna di Pietro Pacciani (“il vampa”) e Mario Vanni (“torsolo”) risulterebbe non veritiera e ciò potrebbe portare a nuovi scenari per ricostruire la verità sui delitti del mostro di Firenze.
La possibilità di riapertura del caso
In apertura abbiamo parlato di “nuovi indizi” che potrebbero riaprire il caso. Nell’agosto scorso, infatti, si è parlato di un Dna ignoto rinvenuto sia sul cuscino presente nella tenda dei turisti francesi, sia sul pantalone di Jean Michel Kraveichvili. Le possibilità che si tratti della prova di una semplice contaminazione è molto alta, considerati gli strumenti investigativi a disposizione degli inquirenti circa 40 anni fa.
Un altro indizio arriva dal taglio sulla tenda: Lotti riferì che fu provocato da una lama, mentre secondo i nuovi rilievi potrebbe essere stato già presente sul tessuto.
Tuttavia, gli avvocati delle famiglie dei turisti francesi Valter Biscotti e Antonio Mazzeo riferiscono a La Nazione che presto formalizzeranno l’istanza di revisione del processo presso il Tribunale di Genova.
L’omicidio degli Scopeti
Il 9 settembre 1985 Luca Santucci scoprì i cadaveri di Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili nella radura degli Scopeti, nelle campagne della provincia di Firenze.
La coppia fu sorpresa nel cuore della notte mentre campeggiava all’interno di una tenda. Qualcuno sparò contro i due e ferì a morte Nadine, mentre Jean Michel tentò la fuga verso la boscaglia. La donna morì sul colpo, mentre l’uomo fu finito a coltellate. Dal corpo di Nadine furono asportati il pube e il seno sinistro. Durante il processo Giancarlo Lotti – incastrato dalla testimonianza di Fernando Pucci – riferì di aver visto Pietro Pacciani sparare contro la coppia e Mario Vanni mutilare il corpo della donna.