Svolta nel caso del Mostro di Firenze: sparite le foto delle vittime francesi, la clamorosa scoperta in aula
Sparite dai plichi agli atti del fascicolo la macchina fotografica e le foto di Nadine Mauriot, ultima vittima, con il compagno, del Mostro di Firenze
Colpo di scena davanti alla Corte d’assise di Firenze sul caso del Mostro di Firenze: all’apertura degli scatoloni con i vecchi reperti sul processo, le fotografie scattate da Nadine Mauriot nei giorni prima della morte non c’erano più. La 36enne francese fu vittima con il compagno Jean Michel Kraveichvili del duplice omicidio commesso dalla Beretta calibro 22 a Scopeti nel 1985, ultimo della serie di delitti che disseminarono terrore nella provincia fiorentina a partire dal 1968. Nel plico aperto davanti alle pm Beatrice Giunti e Ornella Galeotti non c’erano né la macchina fotografica Nikon né le foto, né altro materiale che risultava da un verbale dei carabinieri.
L’udienza
Come riportato dal Corriere della Sera, la Corte d’assise aveva stabilito l’apertura degli scatoloni che sembravano persi e che erano stati invece rintracciati negli archivi, contenenti dei reperti ancora inediti legati al caso del Mostro di Firenze, come appunto rullini e quaderni delle vittime francesi.
I parenti delle vittime avevano chiesto la restituzione degli oggetti per il valore affettivo, ma nell’udienza di martedì 30 gennaio i legali delle famiglie, Vieri Adriani, Gaetano Pacchi e Antonio Mazzeo, speravano anche di trovare prove utili a ricostruire le ultime ore della coppia e a stabilire l’esatta data della loro morte.
Il sopralluogo della Polizia scientifica nel luogo del duplice omicidio delle vittime francesi del Mostro di Firenze, a Scopeti, nel 2021
I reperti
All’interno dei plichi, però, della macchina fotografica, delle 17 foto, le 16 diapositive, il pezzo di pellicola e gli appunti scritti, non c’era traccia.
“Non vogliamo lasciare nulla di intentato – aveva spiegato l’avvocato Adriani – Stiamo cercando elementi utili alla ricostruzione dei fatti e a precisare l’esatta data della morte. In particolare si spera che il ritrovamento delle immagini possa fornire nuovi elementi alle indagini. Nei fotogrammi potrebbero comparire altre persone o si potrebbero vedere luoghi dove sono stati o circostanze di interesse per l’inchiesta”.
Nell’altro scatolone, con i reperti agli atti del fascicolo, sono stati trovati alcuni capi di abbigliamento di Nadine Mauriot, un giubbotto di jeans, una maglia e una camicia e il telo interno, integro, della tenda canadese dove la coppia dormiva quando è stata uccisa.
La scoperta
“La cosa interessante è che non presenta tagli”, hanno sottolineato gli avvocati Antonio Mazzeo e Valter Biscotti, impegnati anche nella raccolta di elementi utili alla richiesta di revisione della condanna del postino Mario Vanni, riferendosi alla tenda dove le due vittime francesi sono state sorprese nel sonno dall’omicida.
Come spiega La Nazione, il riferimento è alla testimonianza di Giancarlo Lotti, che accusò Vanni di aver squarciato con un coltello il telo. “Andremo avanti” hanno assicurato i legali.
La presidente della Corte d’assise Silvia Cipriani aveva disposto che l’archivio di Prato e l’ufficio corpi di reato del tribunale, di cercare ancora altro materiale nei locali dell’aula bunker di Santa Verdiana, oltre ai due plichi. Adesso, la Corte si è presa trenta giorni per decidere sulla restituzione dei reperti trovati negli scatoloni.