Milano e Napoli, ipotesi lockdown: la risposta di Speranza
Il ministro della Salute Speranza ha risposto a Sala e De Magistris in merito a un possibile lockdown per Milano e Napoli
Se a livello nazionale il premier Giuseppe Conte ha chiesto due settimane di tempo per valutare gli effetti del Dpcm prima di pensare alle prossime chiusure, si discute ancora su un possibile lockdown mirato per le città di Napoli e Milano. I rispettivi sindaci, Luigi de Magistris e Giuseppe Sala, ieri avevano chiesto chiarimenti in merito al ministro della Salute Roberto Speranza.
Lockdown a Milano e Napoli, l’idea di Ricciardi e la replica di Sala
Tutto era nato da alcune affermazioni del consulente Walter Ricciardi, secondo il quale sarebbe necessario un lockdown nelle due città. “A Milano e Napoli – queste le parole di Ricciardi – uno può prendere il Covid entrando al bar, al ristorante, prendendo l’autobus. Stare a contatto stretto con un positivo è facilissimo perché il virus circola tantissimo. In queste aree il lockdown è necessario, in altre aree del Paese no”.
Al che, il sindaco di Milano Giuseppe Sala aveva replicato: “Abbiamo scritto al ministro per chiedergli se quella è un’opinione del suo consulente o è un’opinione del ministero e, nel caso fosse un’opinione del ministero, se è basata su dati e informazioni che il ministero ha e noi non abbiamo”.
Speranza, la risposta a Sala e De Magistris
La risposta del Ministero della Salute presieduto da Roberto Speranza è arrivata nella serata di ieri, come riporta Ansa: “L’Istituto Superiore di Sanità e attraverso esso la cabina di regia, sono in grado di predisporre un focus specifico sulle città di Milano e Napoli che sarà messo a disposizione delle regioni e dei comuni interessati”.
“La situazione epidemiologica nel Paese è peggiorata nelle ultime 4 settimane – si legge ancora nella lettera – il sistema di monitoraggio a cui partecipano formalmente Istituto Superiore di Sanita, Ministero della Salute e rappresentanti della conferenza delle regioni segnala una tendenza netta che richiede la massima attenzione di ogni livello istituzionale”.
“Tutti i dati elaborati – è la conclusione della lettera – vengono trasmessi puntualmente alle regioni e sono articolati su base regionale e provinciale”.