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Lodi, prefettura e Tar negano il porto d’armi al commerciante che vuole difendere l’incasso: “Usi il pos”

Un commerciante di Lodi ha chiesto il porto d’armi per difendere i propri incassi, ma Tar e Prefettura lo negano: “Meno contanti, usi di più il pos”

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“Per avere meno contanti, usi di più il pos”. È questa, in linea di massima, la spiegazione che prima la Prefettura di Lodi e poi il Tar della Lombardia hanno dato a un uomo, un commerciante, che spiegando di girare con molto denaro contante per via della sua attività aveva richiesto il porto d’armi per difendere i propri incassi.

La domanda per il porto d’armi

È stata forse inaspettata la risposta che un commerciante di Lodi, in Lombardia, amministratore di due società operanti rispettivamente nei settori di forniture di macchinari e di compravendita di immobili, oltre che essere socio di un bar che di una tabaccheria, si è visto dare alla sua domanda di rinnovo del porto d’armi, di cui era da tempo titolare per difesa personale

Nella primavera del 2019 l’uomo aveva quindi chiesto, coma fatto già altre volte, il rinnovo del documento. Ma stavolta la Prefettura di Lodi ha risposto negativamente, decidendo di non rinnovare il porto d’armi all’uomo.

Lodi, prefettura e Tar negano il porto d’armi al commerciante che vuole difendere l’incasso: “Usi il pos”Fonte foto: IPA
L’ingresso del Tribunale amministrativo regionale (Tar) della Lombardia

Secondo la Questura della città lombarda, come spiegato in una nota, a Lodi il rischio di venire rapinati è basso, non ci sono particolari rischi e, soprattutto, “c’è la possibilità di evitare lo spostamento di denaro contante utilizzando i mezzi di pagamento informatizzati”.

Il ricorso al Tar

Così il commerciante, evidentemente insoddisfatto, ha deciso di fare ricorso al Tar della Lombardia, assistito dagli avvocati Pietro Gabriele Roveda e Luca Lucini.

E a distanza di qualche anno, è arrivata anche la risposta del Tribunale amministrativo regionale, che ha condiviso le motivazioni avanzate dalla Prefettura nel 2019.

I giudici hanno espresso il loro parare con alla mano il Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, chiarendo che chi richiede il porto d’armi deve trovarsi in “un concreto e ineludibile pericolo di diventare vittima di fatti delittuosi”. Eventualità che, secondo il Tar, non è tanto probabile che accada a Lodi, o quantomeno non abbastanza da giustificare un porto d’armi per difendere gli incassi.

Il parere degli avvocati

Nonostante il commerciante, che ha voluto restare anonimo, avesse richiesto il porto d’armi perché “costretto a trasportare ingenti somme di denaro contante e ad approcciarsi a realtà interessate da episodi di criminalità”, la decisione dei giudici è stata accettata senza eccessivi patemi, come dichiarato dagli avvocati dell’uomo.

“Secondo me e il collega Luca Lucini, che abbiamo seguito il caso, c’erano tutti i presupposti per la concessione del porto d’armi che il cliente aveva avuto in passato e per questo motivo abbiamo adito il Tar che tuttavia ha confermato la propria linea dura” ha commentato l’avvocato Gabriele Roveda.

“Era giusto provarci e pur, non condividendola, accettiamo la decisione dei giudici con serenità – ha poi concluso il legale – I giudici hanno compensato le spese proprio in ragione delle buone motivazioni addotte dal ricorrente. In ogni caso non impugneremo”..

pos Fonte foto: iStock
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