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La figlia di un vigile del fuoco morto nell'attentato alle Torri Gemelle: "Non è mai stato trovato il corpo"

A distanza di 22 anni dall'attentato dell'11 settembre 2001, parla la figlia di un vigile del fuoco morto nel crollo delle Torri Gemelle

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Sono trascorsi 22 anni dall’attentato terroristico alle Torri Gemelle che l’11 settembre 2011 scosse tutto il mondo. Nella strage morirono quasi 3mila persone, tra cui 341 vigili del fuoco che intervennero per evacuare il World Trade Center. I loro nomi sono incisi sul memoriale intitolato alle vittime dei fatti dell’11 settembre. “Non ho mai conosciuto mio padre”, racconta la figlia di uno dei vigili del fuoco che ha perso la vita. “Ma sono cresciuta pensando a lui ogni giorno”, confessa.

“Quel giorno non doveva lavorare”

Ci sono molte vittime dell’attentato alle Torri Gemelle che non hanno potuto riabbracciare i loro cari. Circa un centinaio non ha visto nascere i propri figli.

È il caso di Stanley Smagala, un vigile del fuoco di 36 anni morto l’11 settembre mentre tentava di evacuare una delle due Torri colpite.

Il crollo delle Torri Gemelle visto dall'altoFonte foto: ANSA/DBA
Un’immagine aerea del crollo delle Torri Gemelle in seguito all’attentato terroristico dell’11 settembre 2001

Quel giorno non doveva lavorare“, racconta a distanza di anni la figlia Alexa intervistata da ‘Tgcom24‘.

La 21enne non ha mai conosciuto il padre e solo recentemente ha scoperto che in realtà suo papà non avrebbe dovuto lavorare l’11 settembre 2001.

L’evacuazione dei grattacieli

Nell’intervista realizzata da ‘Tgcom24‘, Alexa Smagala ha spiegato che quel giorno il padre cambiò turno di lavoro, perché “mamma doveva fare una ecografia il giorno dopo e non voleva che andasse da sola”.

Nei minuti dell’attentato il padre di Alexa era in caserma. Una chiamata impose ai vigili del fuoco di recarsi sul posto per evacuare i grattacieli.

“È entrato nella Torre 2, probabilmente sapendo che non ne sarebbero mai usciti”, ha raccontato Alexa. Ma una volta arrivato al 40° piano, il grattacielo è crollato.

Furono attimi di terrore per migliaia di famiglie che ancora oggi fanno i conti con quel dolore. “Per tutto il giorno mamma ha sperato di vederlo tornare a casa. Alla fine ha capito che era morto”, ha detto Alexa.

Il corpo ancora non identificato

Ogni anno la famiglia di Alexa si reca al World Trade Center per commemorare il padre. Lui, come molte altre vittime dell’attentato dell’11 settembre, non è mai stato identificato.

“Il suo corpo non è ancora stato trovato”, ricorda la figlia. Sono quasi la metà, infatti, le vittime del crollo delle Torri Gemelle ancora non identificate.

I resti umani ritrovati tra le macerie erano in condizioni tali da rendere impossibile l’analisi del Dna.

Solo due giorni fa, grazie a tecniche innovative, sono state riconosciute due nuove vittime dell’attentato alle Torri Gemelle.

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attentato-11-settembre-torri-gemelle Fonte foto: ANSA/DBA
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