Insulti razzisti a Lys Gomis ex portiere del Torino, il post del calciatore: "Fiero di essere nero italiano"
Lys Gomis, ex portiere del Torino, ora in serie D, è stato vittima di insulti razzisti durante un match, sfogandosi poi sui social per quanto accaduto
“Io sono fiero di esser nero italiano e di Cuneo”. Sono queste alcune delle parole usate sui propri canali social da Lys Gomis, ex portiere del Torino che ora gioca in serie D e che, durante l’ultima partita di campionato, è stato vittima di insulti razzisti, venendo anche espulso dopo aver reagito alle offese.
Gli insulti durante la partita
“Sono fiero di esser un ne*ro. In una società dove dire “NE*RO DI MERDA TORNATENE IN GABBIA” allo stadio si può, io lotterò sempre per le discriminazioni, e farle passare per una cosa normale non è così”.
Inizia così il duro post di sfogo di Lys Gomis, 33enne portiere, ex giocatore del Torino, ora in forza all’USD Pont Donnaz Hône Arnad Evançon (Pdhae in breve), squadra con sede a Pont-Saint-Martin, in Valle d’Aosta, che attualmente milita nel girone A della serie D italiana.
Il post che Lys Gomis ha condiviso sulla propria pagina Facebook in seguito alla partita tra l’USD Pont Donnaz Hône Arnad Evançon, squadra della quale è capitano, e l’AVC Vogherese 1919
Durante la partita tra il Pdhae e l’AVC Vogherese 1919 (finita per la cronaca 2 a 2) il portiere classe ’89 è stato bersagliato da insulti razzisti provenienti dalla tifoseria della squadra della provincia di Pavia, in Lombardia.
Lo sfogo di Lys Gomis
“Vedere un signore insultare per il colore della pelle un calciatore è una vergogna – continua poi nel suo post il calciatore – Io padre di una bimba che è frutto di una unione di due culture, quella italiana e quella senegalese, lotterò con tutte le mie forze, perché siamo tutti uguali”.
“Chi è del sud, chi è del nord, chi è nero, chi è bianco, chi è giallo, chi è disabile. Il razzismo è una vergogna e non deve passare per una cosa da stadio. Oggi a fine partita è stato tutto assurdo, ma io sono fiero di esser nero italiano e di Cuneo”.
L’assurdità della quale parla il portiere è purtroppo una prassi fin troppo diffusa nei nostri stadi, indipendentemente dalla serie: espulsione per il giocatore che reagisce agli insulti, mentre i razzisti sugli spalti tornano a casa impuniti.
Il comunicato della Vogherese
Al termine del match, tenutosi allo stadio di Montjovet (Aosta), si sono accesi gli animi e il portiere della squadra di casa è stato espulso dall’arbitro dopo essere salito sugli spalti dov’erano presenti i tifosi avversari, venendo portato via di forza da compagni di squadra e membri dello staff, che hanno poi cercato di calmarlo.
“Non giudico Voghera, perché gli imbecilli sono ovunque. Si va avanti, credo fortemente in questa squadra, ringrazio i miei compagni che si sono stretti a me” ha poi detto Gomis, concludendo il suo post.
Anche la Vogherese ha affidato ai social il proprio messaggio per quanto accaduto, esprimendo “solidarietà e vicinanza al giocatore Lys Gomis per gli inqualificabili insulti ricevuti”, condannando sia “ogni forma di razzismo” che “ogni forma di violenza”, facendo riferimento alla reazione del portiere, che è corso in tribuna “scavalcando la recinzione degli spogliatoi, per farsi giustizia da solo, costringendo le forze dell’ordine a intervenire”.
In ultima analisi, la squadra lombarda ha voluto prendere le distanze dalla persona che ha insultato Gomis, affermando che “non è un tesserato AVC Vogherese 1919 né in alcun modo collegato alla società”. Una precisazione necessaria ma forse prematura, come se l’offesa, la reazione e l’appartenenza sportiva di chi insultava dagli spalti fossero elementi messi sullo stesso piano.