Ilda Boccassini indagata nell'inchiesta di Firenze sulle stragi di mafia: l'accusa è legata al suo libro
Indagine parallela rispetto a quella di Firenze sui "mandanti occulti" delle stragi di mafia. Ilda Boccassini avrebbe omesso informazioni utili al pm
Finisce sotto indagine Ilda Boccassini, ex PM a Caltanissetta e protagonista delle indagini su Capaci e via D’Amelio, nell’ambito dell’inchiesta sulle stragi del ’93. L’accusa per Boccassini, ora in pensione, è di non aver rivelato dettagli su una fuga di notizie dannosa durante le sue indagini nel ’94. Una vicenda che ruota intorno al suo libro autobiografico, dove l’ex PM ha omesso una fonte chiave.
- Ilda Boccassini indagata a Firenze: chi è la PM protagonista delle indagini sulle stragi di mafia
- La rivelazione sulla fuga di notizie nel libro autobiografico di Ilda Boccassini
- Boccassini avrebbe omesso di rivelare la fonte, di cui era a conoscenza
Ilda Boccassini indagata a Firenze: chi è la PM protagonista delle indagini sulle stragi di mafia
Nasce un’inchiesta parallela dall’indagine di Firenze sui “mandanti occulti” delle stragi di mafia di Capaci e via D’Amelio, che causarono la morte di Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e gli agenti delle loro scorte a Caltanissetta.
Al centro c’è Ilda Boccassini, pubblico ministero in pensione dal 2019, ma che condusse le indagini sulle stragi nel 1994.
Ilda Boccassini condusse anche i processi contro Silvio Berlusconi: quello per corruzione e quello sul caso Ruby
Su di lei pende un’accusa di “false informazioni al pm“. Come riscontrabile dall’atto di accusa, Boccassini in realtà non avrebbe detto il falso bensì avrebbe omesso importanti informazioni, di cui era a conoscenza e che 30 anni fa danneggiarono le indagini.
La rivelazione sulla fuga di notizie nel libro autobiografico di Ilda Boccassini
Il nome della ex procuratrice milanese è noto per aver presieduto, nei primi anni Duemila il processo per corruzione prima, e il processo Ruby poi, contro Silvio Berlusconi.
L’indagine sul suo conto è legata al libro autobiografico “La stanza numero 30” che Boccassini ha scritto una volta andata in pensione.
Nel volume è scritto che l’ex pm era venuta a conoscenza da Giuseppe D’Avanzo, pochi giorni prima del suo improvviso decesso (avvenuto nel 2011) la fonte delle informazioni riportate pubblicate in un suo pezzo su Repubblica, nel 1994.
Nell’articolo vi erano in particolare le testimonianze di Salvatore Cancemi, pentito di mafia, in merito ai legami fra Silvio Berlusconi e la mafia.
Boccassini avrebbe omesso di rivelare la fonte, di cui era a conoscenza
I procuratori aggiunti fiorentini Luca Turco e Luca Tescaroli a dicembre 2021 indagavano su Silvio Berlusconi come possibile “mandante esterno” delle stragi del ’93.
Boccassini fu convocata per domandarle il nome della fonte, che nel libro non viene citata. L’ex pm però rifiutò di rispondere, dando avvio all’accusa di violazione dell’articolo 371 bis del codice penale.
A fine aprile, i due magistrati hanno notificato a Boccassini l’avviso di conclusione delle indagini, solitamente un preludio alla richiesta di rinvio a giudizio.