Giorgia Meloni critica il Manifesto di Ventotene, Gramellini contro la premier: "È più forte di lei"
Massimo Gramellini ha criticato l'intervento della premier Giorgia Meloni sul manifesto di Ventotene: "Eterno giochino del Noi contro Loro"
Alla Camera la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha attaccato il Manifesto di Ventotene, citandone svariati passaggi, e concludendo: “Non so se questa è la vostra Europa ma certamente non è la mia”. All’indomani dell’intervento, Massimo Gramellini ha dedicato un articolo di critica alle parole della premier.
- Cosa ha detto Giorgia Meloni sul Manifesto di Ventotene
- La replica di Gramellini contro le parole di Giorgia Meloni
- Cos'è il Manifesto di Ventotene
Cosa ha detto Giorgia Meloni sul Manifesto di Ventotene
Il 19 marzo, Giorgia Meloni ha deciso di chiudere la sua replica alla Camera con una serie di citazioni dal testo scritto nel 1941 da Altiero Spinelli e Ernesto Rossi, con il contributo di Eugenio Colorni, confinati dal regime fascista sull’isola pontina.
La presidente del Consiglio ha citato alcuni stralci del Manifesto di Ventotene, appuntati su un foglio preparato dal suo staff a dibattito in corso, che parlano “della rivoluzione europea” che per rispondere alle nostre esigenze “dovrà essere socialista” e della “proprietà privata” che “deve essere abolita, limitata, corretta, estesa caso per caso”.

Il Manifesto di Ventotene e i suoi obiettivi
Giorgia Meloni avrebbe deciso di puntare su questo tema irritata per l’intervento di Giuseppe Provenzano sui disallineamenti del centrodestra dietro la risoluzione in cui il ReArm non è citato.
La replica di Gramellini contro le parole di Giorgia Meloni
Nel suo “caffè di Gramellini” sul Corriere della Sera, il giornalista ha replicato alle affermazioni della premier sottolineando quanto le frasi citate siano state estrapolate senza tenere conto del contesto storico in cui il Manifesto di Ventotene e analizzando quanto il discorso si addicesse più a un leader dell’opposizione che a una presidente del Consiglio.
Massimo Gramellini, nella sua riflessione, spiega che:
“È più forte di lei, di tanti, di quasi tutti i leader della nuova era. Non parlano più alla Nazione ma alla fazione, come se fossero soltanto leader di partito, e di un partito eternamente all’opposizione. Dalla presidente di Fratelli d’Italia ci si può aspettare che segnali le contraddizioni del manifesto di Ventotene, i cui autori teorizzavano un’Europa unita, ma anche l’abolizione della proprietà privata e la sospensione temporanea della democrazia. Sono proprio queste le intemerate che i suoi elettori amano sentirle fare”.
Ma Giorgia Meloni è anche la premier dell’Italia ed è proprio questo il punto sottolineato dal giornalista:
“Dalla presidente del Consiglio dei ministri mi sarei invece aspettato che non si affacciasse in un’aula parlamentare per compiacere i suoi elettori e tirare calci negli stinchi ai suoi avversari. Da chi ricopre certe cariche è legittimo auspicare che voli un po’ più alto, no? Che riconosca il valore simbolico di quel documento, scritto da persone mandate al confino dal fascismo e quindi in un contesto politico e psicologico molto particolare. E che, liquidate le contraddizioni con una battuta, ne faccia suoi i punti fondamentali, anziché prenderne le distanze nell’eterno giochino del Noi contro Loro“.
Cos’è il Manifesto di Ventotene
Il Manifesto di Ventotene è un documento politico di forte impianto federalista e socialista stilato nel giugno 1941 da Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi durante il periodo di confino presso l’isola di Ventotene.
Il titolo originale del testo era itolo Per un’Europa libera e unita. Progetto d’un manifesto ed è un documento per la promozione dell’unità politica europea considerato uno degli scritti fondanti dell’Unione europea.
Il Manifesto del 1941 rappresenta soltanto una prima espressione, poi ridiscussa e corretta dai suoi stessi estensori, in primo luogo Spinelli. La tesi degli autori è che la restaurazione dei vecchi Stati nazionali propensi a perseguire i loro interessi egoistici, anche se realizzata in forma democratica, ricreerebbe il contesto conflittuale che ha prodotto guerre e regimi totalitari.
Il Manifesto di Ventotene prefigurava quindi la necessità di istituire una federazione europea dotata di un parlamento e di un governo democratico con poteri reali in alcuni settori fondamentali, come economia e politica estera.
