Covid, nel Barese si vaccina un sindaco e scoppia la polemica
Nel Barese un sindaco ha ricevuto una dose di vaccino malgrado non rientrasse nelle categorie ad alta priorità. Ma ha subito chiarito il malinteso
Il sindaco di Noicattaro, in provincia di Bari, ha ricevuto il vaccino anti-Covid pur senza appartenere tra le categorie prioritarie previste dalla prima fase della campagna vaccinale. Ma il sindaco ha voluto precisare all’Ansa il motivo che gli ha permesso di ricevere il vaccino: “Non ho ricevuto alcun privilegio per il mio ruolo. C’era una dose di vaccino avanzata che sarebbe andata buttata e la Asl ha proposto a me di farla”.
Dopo il caso del governatore Vincenzo De Luca, che ha sollevato un gran polverone per essere stato tra i primi a ricevere il vaccino in Campania, il caso del sindaco di Noicattaro ha scatenato una nuova polemica: “I miei avversari politici, che sono in campagna elettorale, stanno distorcendo l’episodio accomunandolo a quello di De Luca – ha detto il sindaco – quando non è assolutamente così. Non è stata sottratta la possibilità ad un altro. La dose sarebbe stata inutilizzata”.
Si tratterebbe dunque di un grosso malinteso, che il sindaco ha chiarito così: “Era il 6 gennaio, il giorno dell’Epifania, e io ero al Comune a lavorare, facendo la solita ricognizione dei contagiati. In mattinata ho sentito telefonicamente il Dipartimento di prevenzione della Asl che stava somministrando i vaccini”.
“Alle 15 del pomeriggio – ha aggiunto – mi hanno richiamato chiedendomi se volessi fare il vaccino, perché rispetto alle dosi, che si preparano scongelando il quantitativo necessario per le fiale da inoculare, avevano avuto due defezioni all’ultimo momento, hanno cercato tra le categorie prioritarie ma nessuno era disponibile. Così me lo hanno proposto”.
Il sindaco ha inoltre sottolineato: “Ho fatto notare più volte che sarebbe stato opportuno contattare altri, ma mi hanno detto di averlo fatto senza esito”.
E a proposito di defezioni, è allarme a Bolzano per il gran numero di operatori sanitari che si rifiutano di sottoporsi al vaccino. Una vicenda che ha suscitato una vivace reazione da parte del virologo Roberto Burioni.