Coronavirus, tra Azzolina e Raggi la scuola è un rebus sui social
Si lavora per la riapertura delle scuole, ma quando? E come? Social dubbiosi e c'è chi pensa alla "notte prima degli esami" rubata
Tra i tanti argomenti al centro delle tematiche di questo periodo che precede il varo della fase 2 c’è sicuramente la ripresa della scuola e i tanti dubbi su date e modalità. Di ufficiale c’è ancora poco o nulla anche se qualcosa si muove sul fronte degli esami di maturità.
Le soluzioni e lo smarrimento. Il tutto mentre il Ministro Lucia Azzolina ha istituito presso il ministero un Comitato di esperti che avrà il compito di formulare e presentare idee e proposte per la scuola. Dall’altro versante c’è chi, come il sindaco di Roma, Virginia Raggi si augura una riapertura addirittura a luglio come una sorta di campo estivo che possa consentire un rientro graduale in vista di settembre. Sui social invece è tangibile lo smarrimento, non solo dei studenti, ma soprattutto dei genitori, tra chi vorrebbe una riapertura immediata, sul modello di altri paesi europei, chi si interroga sul da farsi quando si tornerà a lavorare con le scuole chiuse, a maggio e chi non sa cosa ne sarà degli esami di maturità.
Il Comitato per il ritorno a scuola è composto da 18 esperti e coordinato dal professor Patrizio Bianchi, ordinario di Economia e Politica industriale presso l’Università di Ferrara. Il ministero dell’Istruzione, con il suo capo dipartimento, lavora per mantenere l’esame “dal vivo”: l’ordinanza è in fase di scrittura, la ministra Lucia Azzolina spinge affinché il colloquio tra candidato e commissione sia diretto, in presenza. E la curva del contagio, finalmente, sta offrendo un aiuto.
Notte prima degli esami. Se nell’immaginario comune gli studenti non hanno voglia di andare a scuola, tra scioperi, occupazioni e assenze non giustificate, c’è chi quel momento della “Notte prima degli esami” cantato da Venditti e decantato da Fausto Brizzi nel film omonimo proprio non se la vuole perdere. A Repubblica, Chiara Lotto e Roberta Ceron, 19 e 18 anni, studentesse del liceo delle Scienze umane Duca d’Aosta di Padova, hanno scritto una lettera aperta: “Cara ministra, non ci tolga la notte prima degli esami. Fateci tornare a scuola, non può finire tutto così”. Una sorta di ricordo rubato.
In questo scenario di estrema prudenza si inserisce la proposta della sindaca di Roma, Raggi: “Credo che lescuole già dal mese di luglio possano riaprire tipo centri estivi, magari con due turni, mattina e sera, potrebbe essere un’idea. – le parole riportate dall’Huffington Post – anche perché i bambini credo che stiano sviluppando delle cattive abitudini, dei turbamenti. Tutto ovviamente sulla base dei dati epidemiologici”.
Sui social. In rete è difficile trovare, come nella realtà, univocità di giudizi e di proposte. “Tutti che scrivono: aprite le scuole, governo di incompetenti! Ma per adesso nessuno che dice COME risolvere il sovraffollamento delle classi o dei mezzi pubblici” lamenta qualcuno; il confronto con altri paesi europei prossimi alla riaperture delle scuole per molti è una cartina tornasole: “L’Italia sarà l’unico paese d’Europa a non riaprire la #scuola a maggio. Dopo il fuoco fatuo dell’online, neanche ci proviamo. Se ne parla, forse, a settembre, e ciao”; qualcuno fa ironia: “Ieri: “Se non mandi i figli a #scuola ti arrivano a casa i carabinieri” – Oggi: “Se mandi i figli a scuola ti arrivano a casa i carabinieri”.
Altri ne fanno una questione logistica e pratica: “Dovrei tenere 2 metri di distanza in classe? Potrebbe essere anche fattibile, al netto di alcune aule… ma mi dispiace non vado a scuola con il mio jet privato, ma in autobus dove è già tanto se riesco a tenere 2 cm di distanza”; “Raga scusate leggo di gente che vorrebbe la riaprire la #scuola . Okay capisco la vostra opinione, ma sinceramente se riaprissero le scuole fra mezzi pubblici e aule, gente di paese e città che si incontra, pur provando a rispettare tutte le norme sarebbe un casino”.