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Bracciante 37enne muore durante vendemmia vicino Brescia: malore mentre lavorava sotto il sole con 38 gradi

Un bracciante 37enne è morto mentre stava lavorando al sole in un vigneto: fatale un malore forse dovuto al caldo

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Un 37enne rumeno è morto in un vigneto di Cazzago San Martino, in provincia di Brescia, mentre raccoglieva grappoli d’uva per la vendemmia. L’uomo, secondo quanto emerge, potrebbe essere morto a causa di un malore provocatogli dal caldo asfissiante, con le temperature che avevano toccato i 38 gradi.

Morto bracciante in vigna

L’episodio è avvenuto venerdì 25 agosto poco prima delle 14 in un vigneto di Cazzago San Martino, in provincia di Brescia. L’uomo si è accasciato al suolo mentre raccoglieva grappoli d’uva sotto un sole cocente, con una temperatura che ha sfiorato i 38 gradi.

Il bracciante, di origine rumena, viveva a Rovato e da anni si occupava di lavori in agricoltura come vendemmia e potature per un’impresa a conto terzi della zona. Non si trattava di un lavoratore occasionale come i tanti in arrivo dall’Est Europa per il periodo della vendemmia.

Stando alle testimonianze dei colleghi di lavoro l’uomo si è accasciato a terra e nonostante i soccorsi non si è più ripreso. Inutile l’arrivo sul posto dell’elisoccorso del 118, ora spetterà all’autopsia constatare la reale natura del decesso che sembrerebbe essere conseguente al caldo elevato.

La denuncia del settore

Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri della stazione di Gardone Valtrompia per i rilievi del caso. E non sono mancate le polemiche e le denunce del settore che, come ricordato dal segretario generale della Flai Cgil di Brescia Enrico Nozza Bielli, aveva tutelato in passato i lavoratori.

“Per evitare questo tipo di tragedie l’INL a luglio aveva emanato una circolare per la tutela dei lavoratori sui rischi legati ai colpi di calore, chiedendo una sospensione dal lavoro dalle 14 alle 17 proprio per evitare di far lavorare all’aperto i lavoratori nelle ore più calde” ha detto Bielli che ha sottolineato che “evidentemente per alcuni questa nota è rimasta una semplice indicazione“.

La rabbia dei sindacati

Anche la Fai Cisl, alla quale il lavoratore rumeno deceduto era iscritto, ha diramato un comunicato: “Episodi come questo ci mettono nuovamente di fronte alla consapevolezza del fatto che i lavoratori con cui ci relazioniamo quotidianamente non sono numeri, bensì persone con un proprio vissuto e una storia da raccontare; storia che purtroppo, come accaduto per Ioan, può trovare una brusca e scioccante interruzione, alla quale non è possibile trovare senso”.

“Visto la situazione di queste giornate con alte temperature ci auspichiamo che per questi lavoratori si possano organizzare turni di lavoro con orari anticipati evitandogli di lavorare nei campi nelle ore più calde” si augurano le sigle sindacali che vogliono vedere tutelati i diritti, di lavoro e salute, di tutti i braccianti.

polizia-ambulanza Fonte foto: ANSA
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