Covid, Regioni e operatori contro il Dpcm: chiesto il bonus sposi
Troppi matrimoni saltati o con limitazioni a causa del nuovo Dpcm firmato da Conte: governatori e wedding planner chiedono risarcimenti e deroghe
Rappresentanti del settore e Regioni hanno rivolto un appello al Governo per la creazione di un bonus sposi per risarcire gli operatori danneggiati dalla restrizione sul numero dei partecipanti ai festeggiamenti nuziali, con un tetto massimo di 30 invitati. Ai ministri Roberto Speranza e Francesco Boccia, inoltre, è stata richiesta una deroga per i prossimi eventi, almeno quelli di questa settimana. Ne dà notizia Il Messaggero.
Il wedding italiano ha perso nel 2020 l’87% del fatturato relativo ai matrimoni italiani, calcolato in 10 miliardi di euro l’anno, e il 100% di quello dei matrimoni stranieri, che l’anno scorso sono stati 10mila.
Giovanni Toti ha riferito al Messaggero di aver proposto al Governo una clausola di salvaguardia, spiegando che “i matrimoni sono feste che si organizzano con grande anticipo, deve esserci una clausola di salvaguardia che consenta sia alle persone di recuperare i soldi che hanno anticipato, sia ai locali e ai musicisti di avere un risarcimento, su questo abbiamo chiesto l’apertura di un tavolo urgentissimo con il Governo”.
Non solo il governatore della Liguria, ma anche il doge veneto Luca Zaia ha chiesto: “Chi ha già organizzato il matrimonio per i prossimi sabato e domenica come fa a ridurre di punto in bianco gli invitati?”.
Matrimoni annullati e con restrizioni: le richieste degli operatori
Stessa richiesta di deroga arriva da Serena Ranieri, presidente Federmep, associazione di wedding planner e organizzatori di eventi privati, che in un comunicato fa sapere che “nel prossimo fine settimana sarebbero previste oltre 5mila cerimonie, tra matrimoni, comunioni, battesimi. Eventi che saranno annullati o limitati a pochi intimi, gettando nel caos e nello sconforto gli sposi e gli altri festeggiati. Centinaia di migliaia di euro di prodotti deteriorabili saranno gettati”.
Per questo la proposta all’esecutivo di “una deroga per gli eventi programmati, prevedendo rigidi controlli da parte delle autorità competenti e ristori per le cerimonie che saranno annullate”.
Michele Boccardi, presidente di Assoeventi, associazione di categoria all’interno di Confindustria, si è detto contrario non solo alla decisione presa con il nuovo Dpcm, ma anche a un eventuale contributo, perché “non risolutivo del problema che si sta creando”.
Al Messaggero ha spiegato che “il settore ha estremo bisogno di poter lavorare in questo ultimo periodo dell’anno, almeno per poter far fronte a parte delle spese che comunque si sono accumulate. Il tetto di 30 persone non ha senso, perché non tiene conto delle dimensioni delle sale”.
“Noi invece vogliamo rilanciare, chiedendo di poter continuare a lavorare regolarmente in questo periodo proponendo di aumentare la sicurezza dei nostri eventi, portando il distanziometro che è considerata la misura di prevenzione più importante al doppio, due metri rispetto al metro di oggi, oltre a tutte le altre misure già in corso”, ha concluso Michele Boccardi.