Bari, neonato abbandonato nella culla termica in chiesa: il fatto
A Bari un neonato è stato lasciato in chiesa in una culla termica, installata 6 anni fa. Don Antonio, che ha trovato il bebè, ha narrato l'episodio
Da sei anni una culla termica era installata nella chiesa di San Giovanni Battista a Bari, ma fino a poche ore fa nessuno l’aveva utilizzata. Poi, intorno alle 8 e un quarto, è squillato il telefonino di Don Antonio Ruccia e per la prima volta quella culla ha avuto un ruolo decisivo per salvare la vita di un neonato. “Il cuore mi è arrivato in gola perché sapevo bene il significato di quel suono”, spiega il parroco che svolge la sua funzione nel quartiere Poggiofranco di Bari. L’ecclesiastico, come riporta l’Ansa, racconta poi dell’emozione provata nel trovare un neonato all’interno della chiesa. “Strillava come un matto ed era meraviglioso”, aggiunge.
Accanto al piccino, che dovrebbe avere non più di una settimana di vita, è stato trovato un biglietto lasciato dal padre e dalla madre. “C’era scritto il nome da dargli, Luigi. E si diceva che la mamma e il papà lo avrebbero amato per sempre”, dichiara sempre Don Antonio Ruccia che ha la voce tremula per l’emozione.
Il parroco, dopo aver scorto la culla e il bebè, è andato in caserma dai carabinieri a denunciare l’accaduto. “Ho chiamato subito il 118 e ora il bimbo è al Policlinico”, prosegue il sacerdote, che evita di fare congetture circa le cause che hanno spinto i genitori a lasciare il figlio nella chiesa.
“In collaborazione con il reparto di Neonatologia del Policlinico di Bari – narra il parroco – abbiamo pensato alla culla termica anni fa. L’iniziativa è stata attivata il 24 giugno del 2014 e oggi per la prima volta è stata usata”.
“Mi creda – sempre Don Antonio Ruccia -, vedere quella vita nella culla mi ha riempito il cuore di meraviglia e gioia. È stato indescrivibile”. Il neonato, al momento del ritrovamento, indossava una tutina a fasce bianche e azzurre.
Sulla vicenda si è pronunciato anche il primario di Neonatologia Nicola Laforgia: “Inutile dire l’emozione dei colleghi che erano di turno. Il neonato sta molto bene e sembra sanissimo. È un bambino in ottime condizioni. Ha qualche giorno di vita e procederemo a tutti i controlli nelle prossime ore”.
E ancora: “È un segnale di speranza nei giorni successivi alla pandemia, per tutto quello che abbiamo vissuto. La scelta dei genitori è stata sicuramente sofferta. Non sappiamo i motivi alla base della scelta, forse motivi economici o altro. L’importante è che abbiano dato una possibilità a questo bambino, che è come se oggi rinascesse una seconda volta”.
“Ora toccherà al tribunale dei minori avviare le procedure. Intanto “continueremo a prendercene cura noi”, aggiunge il Laforgia. “Abbiamo creato la culla termica sei anni fa e da allora non era stata mai usata. Quanto accaduto oggi, in questa assolata giornata di piena estate, è davvero un segno di rinascita”, conclude.