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Bambino ebreo insultato a Torino per aver indossato la kippah: "In passato ti avremmo bruciato"

Il bambino ha raccontato l'episodio al ritorno da una festa tra coetanei, riportato dal presidente della comunità ebraica torinese Dario Disegni

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Frase shock rivolta a un bambino ebreo a Torino: “Peccato che non siamo in anni precedenti o ti avremmo potuto bruciare” si è sentito dire il ragazzino di 11 anni, per la sola ragione di indossare la kippah ad una festicciola tra coetanei. Come riferito da Repubblica, tutto il gruppo si sarebbe messo a ridere sentendo quelle parole dal contenuto antisemita, che sono state riportate dal presidente della comunità ebraica torinese, Dario Disegni, durante un’audizione della commissione “Segre”, creata proprio dal Comune piemontese per combattere le discriminazioni e fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza.

L’episodio

“Mi chiedo dove sentano certe cose e il ruolo delle famiglie”, si è domandato durante l’incontro Disegni raccontando la vicenda, descritta come “un segnale inquietante“.

L’episodio è stato riportato appena tornato a casa dalla festa dallo stesso bambino al padre, che a sua volta lo ha riferito al presidente della comunità ebraica del capoluogo piemontese.

L’intervento di Disegni

Purtroppo l’antisemitismo è un fenomeno in aumento a livello internazionale – ha sottolineato disegni nel suo intervento – e la percezione degli ebrei in Europa è di crescente insicurezza. La preoccupazione per il fenomeno dell’odio social. Circa il 10% degli italiani è censito come antisemita, ma c’è un antisemitismo serpeggiante molto superiore”.

“In Italia, ma anche in molti altri Paesi, come Stati Uniti e Francia, stiamo assistendo a un aumento dell’antisemitismo – ha spiegato il presidente della comunità ebraica torinese, riportato dal Corriere – È preoccupante e mi chiedo se questi ragazzi ripetano discorsi che sentono in casa oppure acquisiscano senza filtri informazioni sulla rete, magari incappando in siti che divulgano fake news. Proprio l’accesso a informazioni false è un fenomeno che genera un odio generalizzato”.

“Al di là del singolo episodio – ha commentato – è innegabile come la crisi economica che stiamo vivendo ha portato molte persone ad aderire a teorie complottistiche e, come spesso è successo nella storia, a scivolare nell’antisemitismo”.

La polemica sul convegno

“Le due armi fondamentali per vincere l’antisemitismo e l’odio sono educazione e cultura” ha detto ancora Disegni, ribadendo l’allarme per la “demonizzazione dello Stato di Israele, e non intendo la libera dialettica su scelte politiche che è oggetto di discussione anche fra i cittadini israeliani. È una cosa che ci preoccupa.”

“Se si fanno eventi in cui si accusa Israele di essere uno Stato razzista e che pratica l’apartheid si fanno accuse infamanti, storicamente false e che finiscono per spostare l’odio verso Israele nei confronti delle comunità ebraiche. Sono atteggiamenti che ci preoccupano” ha aggiunto il rabbino, in riferimento al convegno ospitato nelle scorse settimane a Palazzo Civico dal titolo “Apartheid israeliano contro la popolazione palestinese” e finito al centro delle polemiche della politica torinese.

bambino-kippah Fonte foto: 123RF
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