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Giornalista Andrea Joly aggredito a Torino da militanti di CasaPound, il racconto: "Canti e inni per il Duce"

Andrea Joly, il giornalista picchiato a Torino da alcuni militanti di CasaPound, ha raccontato i dettagli dell'aggressione in un'intervista

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“Una stretta al collo mi ha tolto il respiro”. A parlare è Andrea Joly, il giornalista de La Stampa aggredito a Torino da alcuni militanti di CasaPound. Il 28enne, di passaggio davanti a un locale del quartiere San Salvario, aveva iniziato a girare un video mentre era in corso “La Festa della Torino Nera“. A un certo punto, alcuni individui gli hanno intimato di consegnare lo smartphone utilizzato per le riprese e hanno cominciato il pestaggio.

Andrea Joly, il giornalista aggredito a Torino da CasaPound

Gli aggressori hanno preso a spintoni e calci il giovane reporter, che stava passando fuori dal circolo torinese L’Asso di Bastoni, in via Benvenuto Cellini (zona San Salvario).

Due dei presunti autori dell’aggressione sono militanti di CasaPound: entrambi saranno soggetti a denuncia per lesioni personali con l’aggravante di aver agevolato l’attività di organizzazioni e gruppi che hanno tra i loro scopi la discriminazione o l’odio etnico, razziale o religioso.

giornalista-andrea-joly-aggredito-casapound-torinoFonte foto: Tuttocitta.it
L’aggressione è avvenuta a Torino, fuori dal locale L’Asso di Bastoni in via Benvenuto Cellini

Il racconto di Joly

Joly ha raccontato la vicenda su La Stampa, quotidiano per il quale lavora, e in un’intervista rilasciata a Repubblica.

Oh ’sti video? Sei con noi? Cancella le foto“, avrebbero intimato i manifestanti presenti al raduno torinese di CasaPound prima di passare alle mani.

“Sento i loro corpi avvicinarsi, toccarmi, la mano che ha afferrato lo schermo non sembra voler mollare la presa – ha spiegato il cronista -. Tutto si fa veloce, anche io. Sposto lo smartphone, arretro, uno dei due urla ‘Marco! Marco!’. Sento la tensione salire, com’è appena accaduto dentro al circolo. Ma questa volta non si ferma”.

Prosegue il ragazzo: “Mi giro, faccio due passi. Sento arrivare un calcio da dietro. Sono a terra. Non sento nessun dolore, non sento niente: anestesia totale. Intorno a me urla irriconoscibili, presenze che si moltiplicano. Mi alzo, ma sono di nuovo a terra. […] Intorno a me continuo a percepire colpi che non sento arrivare. Ma arrivano”.

Il 28enne ha anche descritto una stretta al collo subita da dietro: “Mi toglie il respiro. Non perdo conoscenza ma ho una chiara sensazione di soffocamento. Per mia fortuna riesco a liberarmi e a scappare. Stavolta senza cadere”.

La fuga e il pronto soccorso

Corro per un paio di isolati per raggiungere l’auto che avevo parcheggiato non troppo vicino da lì”, conclude Joly, arrivato all’epilogo di questo brutto episodio.

Fortunatamente per lui, non ci sono fratture o ferite gravi: “Soltanto qualche ammaccatura – spiega -. Ho ferite a un gomito e alle ginocchia, conseguenza, credo, delle cadute, ma insomma è andata bene. Prima di raggiungere il pronto soccorso ho preferito passare da casa, ero molto scosso, volevo farmi una doccia per togliermi il sangue di dosso“.

giornalista-andrea-joly-aggredito-torino-casapound Fonte foto: ANSA/X
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