Alessia Pifferi "vuole spegnersi per raggiungere la figlia Diana" e potrebbe cambiare carcere, il motivo
Alessia Pifferi non ha istinti suicidari, ma "vuole spegnersi per raggiungere la bambina": l'avvocato Pontenani fa chiarezza dopo la sentenza
Alessia Pifferi “vuole spegnersi per raggiungere la figlia Diana”, ma non è in atto alcun istinto suicidario. Lo afferma e sottolinea l’avvocata Alessia Pontenani, che nella sua assistita ha notato un importante crollo emotivo a seguito della sentenza di lunedì 13 maggio che l’ha condannata all’ergastolo. In più, secondo alcune indiscrezioni la detenuta potrebbe essere trasferita in un altro carcere.
Alessia Pifferi “vuole spegnersi”, cosa significa
A parlare è Alessia Pontenani, che nelle ore che hanno seguito la lettura del dispositivo emesso dalla Corte d’Assise di Milano ha assistito Alessia Pifferi anche nel crollo emotivo che avrebbe accusato dopo la sentenza.
Secondo l’avvocata, Alessia Pifferi “mi ha ripetuto più volte la parola ‘spegnersi‘. Dice che vuole spegnersi per raggiungere la bambina“. La donna, ricordiamo, è stata condannata all’ergastolo con l’accusa di omicidio nei confronti della figlia Diana, morta di stenti a Milano ad appena 18 mesi nell’estate 2023 dopo essere stata lasciata sola in casa per sei giorni mentre la donna si trovava a Leffe, in provincia di Bergamo, con il suo compagno.
Alessia Pifferi avrebbe avuto due malori dopo la sentenza che l’ha condannata all’ergastolo. Secondo l’avvocata Pontenani, la sua assistita avrebbe espresso il desiderio di “spegnersi per raggiungere la figlia Diana”
A scanso di equivoci, ascoltata da ‘Pomeriggio Cinque’ Alessia Pontenani precisa: “Non ha istinti suicidari“. Tuttavia, Pontenani racconta che la sua assistita avrebbe avuto due malori, il primo poco dopo la lettura del dispositivo e il secondo una volta rientrata in carcere.
Per il secondo malore, scrive ‘Fanpage’, la dottoressa Pontenani ha dovuto annullare un appuntamento su ‘TeleLombardia’ nella quale era attesa per commentare la sentenza per spostarsi a San Vittore e verificare le condizioni di salute della sua assistita.
Il trasferimento in un nuovo carcere
A seguito dei due malori accusati dalla sua assistita, la difesa si starebbe già mobilitando per un trasferimento. Lo ha riferito Alessia Pontenani a ‘Storie Italiane’ il 15 maggio, dove ha indicato anche il possibile istituto penitenziario di destinazione.
“Stiamo pensando di chiedere un trasferimento nel carcere di Bollate. A Bollate potrebbe avere una vita migliore“. Ricordiamo che Alessia Pifferi ha riferito più volte di aver ricevuto insulti e minacce da parte delle altre detenute. Anche la stessa Pontenani avrebbe ricevuto insulti e minacce, per questo si dice preoccupata per l’incolumità della sua assistita.
Il ricorso
La difesa aveva chiesto l’assoluzione o comunque l’imputazione per abbandono di minore. Per questo motivo Alessia Pontenani ha annunciato che presto sarà presentato il ricorso in appello con il quale potrebbe essere richiesta una nuova perizia psichiatrica su Alessia Pifferi, che “si è tanto attaccata a me perché probabilmente le sto dando l’affetto che non ha mai avuto”.