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Via libera al suicidio assistito per una 55enne in Friuli Venezia Giulia: l'ASL ha dato l'ok

Una 55enne affetta da sclerosi multipla ha ricevuto l'ok al suicidio assistito dall'Asl del Friuli Venezia Giulia: ci sono tutti i requisiti

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Il primo passo per consentire alla 55enne “Anna” di ricorrere al suicidio assistito è stato fatto: secondo l’Asl del Friuli Venezia Giulia ci sono tutti i requisiti. Se riceverà l’ok definitivo, diventerà la terza persona in Italia a ricorrere alla possibilità di porre fine  alla sua vita.

Anna è una 55enne affetta da sclerosi multipla

Stando a quanto riportato, la commissione medica multidisciplinare nominata dall’azienda sanitaria universitaria giuliano-isontina ha dato il parere positivo: Anna (nome di fantasia), 55enne affetta da sclerosi multipla potrà ricorrere al suicidio assistito.

Ci sono tutti i requisiti e per la prima volta è stata riconosciuta “l’assoluta e completa assistenza da parte di terzi” come condizione per il “trattamento di sostegno vitale”, sottolinea l’Associazione Luca Coscioni che sta seguendo anche questo caso.

suicidio assistitoFonte foto: iStock

La Corte Costituzionale si è espressa nel 2019 sul suicidio assistito, aprendo alla possibilità per i malati più gravi

Per Anna, viene riportato, non ci sono possibilità di cura e la sua vita è diventata insostenibile: “Si esprime con una voce estremamente flebile e ipofonica, ma è vigile e perfettamente lucida”. E completamente dipendente dall’assistenza, per tutto.

Ora si attende l’ok da parte del Comitato etico

Secondo alcune dichiarazioni della donna riprese anche da Il Fatto Quotidiano, è dal 4 novembre 2022 che Anna attendeva che qualcuno andasse a verificare le sue condizioni. “La sofferenza che provo non ha confine, ho tanto amore attorno che mi mantiene in vita, ma desidero poter essere libera di scegliere quando morire” avrebbe detto.

Ora che ha ricevuto l’ok dall’Asl locale, però, non è ancora del tutto fatta. Servirà infatti il via libera anche dal Comitato etico unico regionale. Se confermato, allora l’azienda sanitaria provvederà ad assistere la donna nel percorso di eutanasia.

Proprio come accaduto pochi giorni fa a Gloria, 78enne affetta da SLA e seconda persona in Italia ad aver scelto questa via, ma la prima ad essersi auto-somministrata il farmaco letale ottenuto proprio tramite l’Asl.

Come funziona il suicidio assistito in Italia

Il primo caso in Italia è stato quello di Federico Carboni (il cui nome di fantasia è stato Mario). È il primo ad aver avuto il via per la pratica del suicidio assistito, reso legale dalla sentenza della Corte costituzionale sul caso Cappato-Antoniani (Dj Fabo). La sua identità è stata svelata dopo la sua dipartita.

Ora, i malati che soddisfino determinati requisiti possono farvi ricorso e ottenere tramite l’Asl locale il farmaco per il suicidio assistito, dopo un lungo iter che prevedere diversi ok da parte di Commissioni mediche ed etiche.

Il farmaco in questione è il tiopentone sodico, considerato idoneo a garantire una morte rapida e indolore. Il soggetto che vi fa ricorso si addormenta durante l’iniezione auto-somministrata e non si risveglia più, ponendo così volontariamente fine alle proprie sofferenze.

suicidio-assistito-friuli-venezia-giulia Fonte foto: iStock
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