Stupro di Viterbo, i messaggi Whatsapp ai militanti di Casapound
I video della presunta violenza inviati a due chat e anche al padre di Licci, che consigliava di cancellare le prove.
Cancellare le chat, resettare il telefono, eliminarlo: sono di questo tenore i messaggi che circolavano il giorno dopo lo stupro di Viterbo, tra i due militanti di Casapound ora in arresto, alcuni amici e anche il padre di uno dei due, il 21enne Riccardo Licci, che scriveva al figlio: «Butta via il cellulare subito». Lo riporta l’edizione romana del Corriere, riferendo come gli inquirenti abbiano verificato che i tre video e le quattro foto di quella che la procura di Viterbo ritiene una violenza abbiano circolato, finendo sia sul cellulare del padre di Licci sia su due chat di Whatsapp, denominate, rispettivamente, “Gruppo Bazzi” e “Gruppo Blocco studentesco”.
Come noto, la posizione difensiva dei due militanti di Casapound, di cui uno, Francesco Chichirozzi, è consigliere comunale di Vallerano, è che si sia trattato di un rapporto consenziente. L’ordinanza firmata dal gip Rita Cialoni, ricorda il Corriere, dice che i video hanno avuto il “chiaro scopo di schernire ulteriormente la malcapitata esibendo come fosse un trofeo un tale scempio” e il giudice parla anche di “palesi condizioni di inferiorità psico-fisica” di lei e di “insani impulsi sessuali” dei due.
Adesso si apprende anche che la circolazione su Whatsapp dei video e delle foto ha generato anche diversi messaggi di questo tipo, datati 12 aprile, il giorno successivo alla presunta violenza compiuta al circolo “Old Manners”: «Fai il reset del telefono». «Regà, cancellate le chat». «Riccà leva tutti i video e tutte le foto di quella di ieri sera. Ci so le guardie al pub» sono messaggi riportati dal Corriere. Sulla base di tutti questi elementi, il gip dovrà decidere per il mantenimento o meno della misura cautelare in carcere.