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Tutto quello che c'è da sapere sul Pnrr Italia: cos’è, cosa prevede e quali sono le sei missioni del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

di Mauro Di Gregorio

Il PNRR è il piano di sviluppo e di rilancio dell’economia pensato per contrastare gli effetti depressivi che la pandemia da Covid-19 ha avuto sui conti pubblici e sul tessuto socioeconomico.

Il PNRR è stato approvato nel corso del Consiglio europeo straordinario del luglio 2020.

La ratio alla base del documento è la volontà di elargire a ciascuno stato europeo tanti fondi quanti ne servano per compensare i danni subiti a causa della pandemia.

Cosa si intende per PNRR
Per capire di cosa si parli occorre imparare alcune sigle. L’acronimo PNRR sta per Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

La pubblicistica e il mondo della politica occasionalmente si riferiscono al PNRR
definendolo anche 'Recovery Plan'. Tale locuzione deriva dall’inglese 'National' Recovery and Resilience Plan' (NRRP).

Nel suo complesso, l’iniziativa europea è stata chiamata 'Next generation Eu'. Per questo motivo uno dei sinonimi del PNRR italiano è ‘Next generation Italia’. Un altro nome per il piano italiano è 'Italia Domani'.

Italia Domani è anche il nome del portale che serve a monitorare l’andamento dei progetti del PNRR.

A livello europeo l’RFF (Recovery and Resilience Facility) è il cuore del meccanismo finanziario del Recovery Plan.

PNRR: quanti soldi all’Italia?
Il piano per la ripresa dell'Europa, nel suo complesso, muove attualmente 806,9 miliardi di euro.

Rispetto agli altri stati, l’Italia beneficia della fetta più grande: 191,5 miliardi fra prestiti (122,6 miliardi) e sovvenzioni (68,9 miliardi).

Ma i soldi non vengono elargiti senza condizioni: per accedere ai fondi l’Italia deve dimostrare la volontà e la capacità di raggiungere una serie di obiettivi.

I soldi, poi, non vengono elargiti in un’unica soluzione, ma a rate. La prima rata del PNRR è stata versata all’Italia ad aprile 2022 a fronte del raggiungimento di 51 obiettivi, la seconda rata è stata versata a novembre 2022 a fronte del raggiungimento di 45 obiettivi. E così via...

Ma non è tutto: a tali sovvenzioni comunitarie l’Italia aggiunge ulteriori 30,6 miliardi di risorse nazionali. Questo investimento extra porta il nome di PNC (Piano Nazionale Complementare).

Il PNRR va restituito?
Come detto, il PNRR è composto da prestiti e sovvenzioni. La parte riguardante il prestito andrà restituita all’Europa. Quello della restituzione è uno dei temi più controversi: gli euroscettici ritengono che il dover restituire oltre 122 miliardi permetta all’Europa di orientare le scelte della politica italiana.

Gli obiettivi del PNRR
Gli obiettivi del PNRR sono trasversali, toccano cioè una serie di punti nevralgici spesso intrecciati fra loro. I settori di investimento previsti dal PNRR sono sei. Il Regolamento RRF prevede sei punti denominati ‘Pilastri’. Questi punti vengono ripresi e adattati al bisogno dai vari Piani nazionali.

Nel PNNR italiano i sei Pilastri vengono rinominati ‘Missioni’.

Missione 1: digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo
I PNRR nazionali devono destinare almeno il 20% delle risorse alla trasformazione digitale.

Il nodo fondamentale riguarda la razionalizzazione e la digitalizzazione della pubblica amministrazione e lo sviluppo dei servizi pubblici digitali. Tutto questo per virare verso una società a minore consumo di carta e per snellire la macchina burocratica semplificando la vita a cittadini e imprese.

Fondamentale poi aumentare le performance della rete internet a costi accessibili per tutti.

Previsto anche un piano di alfabetizzazione digitale per i cittadini e l’adozione di tecnologie digitali per le imprese.

Il PNRR italiano pone anche l’accento sul rilancio di due punti fondamentali dell’economia del Bel Paese: turismo e cultura.

Missione 2: rivoluzione verde e transizione ecologica
La transizione ecologica punta a un minore impiego di risorse, al riuso, al riciclo, al taglio delle emissioni e dell’inquinamento, al ripristino degli ecosistemi e all’impiego di nuovi sistemi tecnologici che aiutino a contenere l’impatto ambientale.

L’impalcatura fondamentale della transizione ecologica del PNRR deriva dagli obiettivi climatici, ambientali ed energetici fissati dal Patto Verde europeo e dall’obiettivo comunitario ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 e di raggiungere la neutralità climatica (zero emissioni di gas serra di origine umana) entro il 2050.

Almeno il 37% dei fondi deve essere destinata a obiettivi climatici e tutti gli interventi non devono arrecare danni significativi all’ambiente.

Nel PNRR l’accento viene posto anche sulla prevenzione e il recupero delle aree a rischio idrogeologico e sulle attività edili volte a migliorare l’efficienza energetica degli edifici pubblici e privati.

Missione 3: infrastrutture per una mobilità sostenibile
È missione del PNRR potenziale la rete ferroviaria nazionale, incrementando i treni ad alta velocità, ammodernando le reti regionali e razionalizzando il traffico delle merci su rotaia, via aria e via mare.
Previsti interventi anche per la sicurezza stradale.

Missione 4: istruzione e ricerca
Il quarto punto guarda ai giovani, per proteggerli dai danni della pandemia e per aumentarne in generale competenze e possibilità di saper cogliere le opportunità.

L’obiettivo è migliorare il sistema educativo, dall’asilo all’università, per avere cittadini più consapevoli, capaci e competitivi.
Importante inoltre colmare il gap delle competenze fra le generazioni e mettere sul tavolo iniziative concrete per recuperare i disoccupati alla vita produttiva.

Previsti investimenti per garantire a tutti i giovani l’accesso a istruzione, salute, alimentazione e alloggi.

Il PNRR italiano punta anche a potenziare gli strumenti per il reclutamento e la formazione dei docenti.

Missione 5: inclusione e coesione
La finalità del PNRR è anche quella di stimolare una ripresa economica post pandemia all’insegna di politiche del lavoro che garantiscano l’inclusività di genere, delle minoranze e dei soggetti fragili e secondo condizioni di lavoro eque. L’accesso all’assistenza sanitaria deve essere garantito a tutti.

Il quinto obiettivo punta a ridurre le diseguaglianze fra le persone e fra i territori. Il nodo è andare a colpire il gap nelle retribuzioni fra uomini e donne e limare le differenze di sviluppo fra aree urbane e rurali e fra Nord e Sud.

Nel PNRR sono previste politiche per la famiglia e per la genitorialità e la promozione dello sport come strumento di crescita. Si prevedono anche investimenti nel settore del volontariato.

Missione 6: salute
L’ultima Missione del PNRR volge a rafforzare la prevenzione e la presenza sul territorio dei presidi sanitari, l’ammodernamento del Servizio sanitario nazionale tramite nuove dotazioni alle strutture, il potenziamento del Fascicolo sanitario elettronico e lo sviluppo della telemedicina.

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