Superbonus, protestano le categorie. Anche Forza Italia contro il governo: norma da rivedere in Parlamento
Il decreto del Governo sul Superbonus ha scontentato imprese e sindacati del settore edilizio. Malumori anche nella maggioranza
Sui bonus edilizi è scontro nel mondo politico, anche all’interno della maggioranza. Il decreto Superbonus approvato ieri sera dal Consiglio dei ministri che ha la cancellato la cessione dei crediti e gli sconti in fattura per i vari bonus non è andato giù a Forza Italia, che chiede modifiche in Parlamento.
- Superbonus, Forza Italia contro il decreto del governo
- Forza Italia chiede modifiche in Parlamento
- I costruttori contro il governo
- I sindacati minacciano lo sciopero
Superbonus, Forza Italia contro il decreto del governo
Secondo quanto dichiarato da diversi esponenti di Forza Italia, quello di ieri sera a Palazzo Chigi è stato un blitz: non ci sarebbe stato un confronto all’interno della maggioranza sul decreto approvato giovedì 16 febbraio dal Consiglio dei ministri che impone lo stop alla cessione del credito d’imposta e agli sconti in fattura sui vari bonus edilizi.
La decisione del governo Meloni “è stata un fulmine a ciel sereno per molti, il settore dei costruttori è andato nel panico”, ha dichiarato all’Adnkronos la deputata azzurra Erica Mazzetti, membro della Commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici ed esperta di tematiche legate all’edilizia.
Il Superbonus 110% introdotto dal governo Conte bis è stato “un provvedimento eccellente“, ha spiegato Mazzetti, “perché arrivato dopo 10 anni di crisi del settore edilizio, ma allo stesso tempo scellerato nei tempi e nei modi. E oggi ne paghiamo tutti le conseguenze”.
Forza Italia chiede modifiche in Parlamento
Secondo il partito di Silvio Berlusconi la norma sui bonus edilizi va cambiata. “Serve un confronto parlamentare“, ha dichiaratoMazzetti, che chiede al governo di non mettere la fiducia sul provvedimento: “Serve una nuova norma che introduca incentivi ragionati e studiati, non possiamo lasciar morire un settore fondamentale dell’economia”.
Secondo il senatore forzista Roberto Rosso, servono modifiche al decreto per “tutelare i meno abbienti” e “dare certezza alle imprese e ai condomini”.
“C’era una situazione spiacevole nei conti rispetto alla quale bisognava intervenire, ma sono certo che ci saranno spazi per modificarlo. Le aziende – ha detto Rosso – ci chiedono stabilizzare i bonus magari abbassando le aliquote, per esempio dal 110% all’80%, ma dando certezza delle norme per i prossimi 10 o 15 anni. Perché il problema di questo Superbonus è stato un continuo cambiamento di regole“.
I costruttori contro il governo
La presa di posizione di Forza Italia si aggiunge a quella dei partiti di opposizione, che hanno tutti contestato il decreto voluto dal governo Meloni. E al malcontento manifestato da imprese e sindacati.
Particolarmente critica l’Ance, l’associazione dei costruttori italiani, che lancia un grido d’allarme: la stretta del governo sui bonus edilizi rischia di far scoppiare una bomba sociale ed economica.
“Il decreto di ieri sera, più veloce della storia, portato in Consiglio dei ministri alle ore 16 e approvato alle 19 e già pubblicato, è l’ennesimo cambio in corsa di regole“, ha dichiarato la presidente dell’Ance Federica Brancaccio alla trasmissione di La7 “Cofee ‘Break”.
“Noi – ha continuato – chiediamo l’apertura del ministro Giorgetti, che ha detto in conferenza stampa ci incontrerà immediatamente, già lunedì. È una apertura assolutamente necessaria altrimenti veramente scoppia una bomba sociale ed economica“.
“L’emergenza – ha spiegato Brancaccio – è non far fallire le imprese, circa 20mila sono a rischio fallimento. Questo significa disoccupazione e lavori lasciati a metà. Quindi un boomerang sui privati, sui condomini, ma fondamentalmente è la fiducia tra il cittadino e lo Stato e il governo che da troppi anni sta venendo meno”.
I sindacati minacciano lo sciopero
Sul piede di guerra anche i sindacati. “Con il blocco alla cessione dei crediti e dello sconto in fattura per i bonus edili si perderanno nell’edilizia privata circa centomila posti di lavoro e molte imprese chiuderanno”, ha dichiarato Alessandro Genovesi, segretario generale della Fillea, il sindacato delle costruzioni della Cgil.
Se il governo, avvertono dalla Fillea Cgil, non tornerà sui propri passi e aprirà un tavolo di confronto con le parti sociali, “metteremo in campo tutte le necessarie azioni di mobilitazione, compresolo sciopero generale di tutta la filiera delle costruzioni”.