Sul caso Ilaria Salis interviene anche Fiorello, l'appello al ministro Tajani: "Muovetevi, la vogliamo a casa"
Fiorello si è rivolto al ministro degli Esteri Antonio Tajani sul caso di Ilaria Salis, chiedendo di riportare a casa l'attivista italiana
Non solo la politica si mobilita a sostegno di Ilaria Salis, l’insegnante di 39 anni a giudizio in Ungheria con l’accusa di aver picchiato due neonazisti e che rischia fino a 24 anni di carcere. La militante antifascista milanese, in carcere a Budapest dal febbraio 2023, è apparsa in aula incatenata a mani e piedi, scortata da agenti con giubbotto antiproiettile e volto coperto, come fosse una superlatitante. Le foto hanno scosso l’opinione pubblica italiana che si è fatta sentire attraverso tante voci della società civile, del mondo della cultura e dello spettacolo. Sulla vicenda si è fatto sentire anche Fiorello nel suo programma ‘VivaRadio2!’.
L’appello di Fiorello
“È stata arrestata perché ha menato due neonazisti, due naziskin… ma non si toccano i naziskin!” ha detto con il consueto sarcasmo lo showman siciliano in apertura di puntata.
“Tra l’altro neanche l’hanno denunciata, si vergognavano a dire ‘siamo stati menati da un’attivista italiana'” ha aggiunto Fiorello. “Tajani, muovetevi perché la vogliamo a casa. È in carcere da un anno e non ha fatto niente” è stato l’appello al ministro degli Esteri.
L’intervento di Tajani
Proprio il responsabile della Farnesina è al lavoro sulla vicenda che ha assunto il peso di un caso diplomatico. “Chiediamo al Governo ungherese di vigilare e di intervenire affinché vengano rispettati i diritti, previsti dalle normative comunitarie, della cittadina italiana Ilaria Salis detenuta in attesa di giudizio” ha scritto su ‘X’ Tajani, che ha dato mandato al segretario generale degli Esteri, Riccardo Guariglia, di convocare l’ambasciatore di Ungheria a Roma, mentre a Budapest l’ambasciatore d’Italia è in contatto con le autorità magiare.
“Vogliamo sapere per quali motivi non vengono rispettate alcune regole fondamentali sul trattamento dei detenuti” ha dichiarato ancora, Antonio Tajani, in un’intervista ‘Radio anch’io’ su Radio Rai1, commentando il trattamento riservato in tribunale alla 39enne insegnante milanese.
“Avevo già parlato con il ministro degli esteri ungherese – ha proseguito il vice premier – abbiamo chiesto il rispetto delle regole perché mi sembra si sia ecceduto. Il nostro ambasciatore in Ungheria anche oggi andrà al ministero per protestare contro questo trattamento riservato ad una detenuta. Vedremo se si potranno ottenere gli arresti domiciliari, o si potrà portarla in Italia per scontare una eventuale condanna”.
Tajani ha sostenuto che “siamo di fronte a una violazione delle norme comunitarie. Condurre in quella maniera un detenuto è fuori luogo e non in sintonia con la nostra civiltà giuridica”.
Per poter chiedere il suo trasferimento in Italia, il capo della Farnesina ha spiegato che la giovane deve prima ottenere gli arresti domiciliari. “Il ministro della Giustizia – ha detto ancora Tajani – sta seguendo il caso giorno per giorno, ha incontrato il padre della ragazza, e io ho consegnato al ministro degli Esteri un documento dettagliato all’ultimo Consiglio Ue: il governo italiano sta facendo di tutto perché le regole siano rispettate, indipendentemente dalle vicende in cui è coinvolta”.
Il processo
Il processo si è aperto con l’esposizione del capo di imputazione, apertura dell’istruttoria, richieste probatorie e rinvio dell’udienza al mese di maggio. Ma soprattutto con l’immagine di Ilaria Salis in manette e ceppi ai piedi, tenuta in catene da alcuni uomini del corpo speciale degli agenti di custodia ungheresi, a volto coperto. Il padre, gli avvocati e altri attivisti hanno denunciato sin dall’inizio le condizioni “degradanti” della sua detenzione, dichiarando che in certe fasi erano “assimilabili alla tortura”.
“È stato uno choc. Ci aveva detto che veniva sempre trasferita in queste condizioni ma vederla ci ha fatto impressione. Era tirata come un cane, con questa guardia che la tirava con una catena di ferro. Ed è rimasta così per tre ore e mezza”, ha dichiarato uno dei legali di Salis, Eugenio Losco. “È una grave violazione della normativa europea l’Italia deve far finire questa situazione ora” ha detto l’avvocato.
Ilaria Salis è in carcere in Ungheria dopo l’arresto a febbraio 2023 durante una manifestazione Budapest alla quale aveva partecipato in opposizione al raduno di neonazisti provenienti da tutta Europa. Le ipotesi di reato sono di lesioni in concorso e di far parte di una “associazione estremista”, per aver aggredito due neonazisti (guariti in pochi giorni). In base alla legge ungherese, per un sistema di calcolo delle aggravanti, Salis rischia 24 anni di carcere.