Strage Ardea, i militari: "Così siamo entrati nella villetta"
Il comandante del Gis ha raccontato i concitati momenti dell'irruzione nella villetta dove si era barricato il killer di Ardea
La sparatoria ad Ardea che ha provocato la morte di due bimbi e di un anziano, terminata poi con il suicidio del responsabile, ha aperto una profonda ferita nella comune vicino Roma e negli italiani che hanno seguito la vicenda. Il comandante del Gruppo intervento Speciale (Gis) dei carabinieri ha raccontato all’Adnkronos i concitati momenti che hanno preceduto l’irruzione nella villetta in cui Andrea Pignani si era barricato dopo aver aperto il fuoco.
L’intervento del Gis e i tentativi di un contatto
“Non sapevamo che situazione avremmo trovato una volta entrati – ha detto il comandante – non era confermato se fosse vivo o se si fosse sparato. È stato un intervento tipico, con un livello di minaccia alto e per questo abbiamo adottato tutte le disposizioni per mettere in sicurezza il personale che opera”.
Nelle ore che hanno seguito la sparatoria, i negoziatori hanno tentato più volte di mettersi in contatto telefonico con il trentaquattrenne, senza successo.
“Non ha mai risposto – ha raccontato il comandante del Gis – un tentativo c’è stato anche tramite telefoni famigliari, ma le chiamate sono andate a vuoto. Anche i nostri negoziatori, prima di fare ingresso, hanno tentato un’ultima volta contatti telefonici per fare tutto il possibile per evitare l’irruzione, ma in assenza di risposta il pubblico ministero e il comandante provinciale ci hanno dato l’ok per entrare”.
L’esplosione della porta blindata
I militari sono entrati nell’abitazione facendo detonare la porta d’ingresso: “Siamo stati costretti a posizionare una micro-carica esplodente sulla porta blindata, poi abbiamo usato altri artifizi esplodenti e stordenti che hanno determinato ulteriori rumori simili a quelli di un’arma da fuoco, ma non ci sono stati colpi di arma da fuoco”.
Dopo l’esplosione, non vi è stata alcuna reazione da parte dell’occupante, che era già morto: “Uno dei cani ha individuato l’uomo, era deceduto, a terra, in una delle stanze. In tutto l’irruzione è durata 10 secondi”.
Il comandante ha quindi elogiato la professionalità e l’umanità del Gis: “Il nostro personale è altamente selezionato, prima che sull’aspetto tecnico e tattico, sull’aspetto umano. Sono ragazzi molto equilibrati, con la testa sulle spalle e riservati: non ci sono Rambo, non ricercano la visibilità”.