Silvia Cipriani, la morte dell'ex postina di Rieti è un giallo: tutti gli aspetti ancora da chiarire
Sono ancora molti i punti oscuri relativi alla scomparsa dell'ex postina di Rieti Silvia Cipriani: ecco come possono evolvere le indagini
Spesso, leggendo gli immortali capolavori della giallistica di Agatha Christie, si apprende dalla trama che la vittima è un’anziana donna del villaggio, la quale ha svolto un ruolo–chiave nello stesso – per lunghi decenni – a favore della collettività.
Il tragico caso oggetto della presente disamina, il delitto di Silvia Cipriani, ricorda proprio uno di quei gialli: l’omicidio dell’anziana postina di un paese dell’Italia centrale. Il delitto – perché di quello si tratta – ha tutti gli ingredienti del mistero, finanche con connotati da horror.
- Il giallo di Silvia Cipriani: i fatti
- La scomparsa dell'ex postina di Cerchiara
- Una lunga attesa dopo la scomparsa
- La macabra scoperta del corpo di Silvia Cipriani
- Partono le indagini
- La svolta del nipote di Silvia Cipriani
- Il mistero dell’autovettura
- Un prete loquace nel caso dell'ex postina
- Leonino, il fattore di Silvia Cipriani
- Silvia Cipriani, i punti chiave della vicenda
- Prospettive sul caso Silvia Cipriani
Il giallo di Silvia Cipriani: i fatti
È un afoso pomeriggio di luglio di quest’anno, per la precisione il giorno 21, quando un’anziana signora di Cerchiara, in provincia di Rieti, esce di casa per recarsi con la propria automobile presso un centro diagnostico al fine di effettuare una visita medica. La donna si chiama Silvia Cipriani, ha 77 anni ben portati, tanto da guidare ancora da sola ed è conosciuta da tutti in zona per essere stata la postina di Contigliano (un paese limitrofo) per diversi decenni.
Silvia, sfidando la calura estiva del solleone tipica del primo pomeriggio di luglio, entra nella sua auto, una Fiat Palio station wagon e parte alla volta del poliambulatorio sulla Salaria. Per la verità, la visita era stata programmata per le ore 20. Successivamente, la donna era stata contattata per anticiparla alle ore 15. Questo, all’apparenza, innocuo dettaglio avrà il suo peso nelle indagini.
La scomparsa dell’ex postina di Cerchiara
Sono le 15.45 quando la donna, effettuata la visita, saluta il personale del centro medico e parte per ritornare a casa. L’unica prova che sia giunta a Cerchiara è fornita dai tabulati telefonici, i quali dimostrano che la donna alle 18 ha parlato con una parente e quindi era ancora viva. Poi, il buio. Il mistero più fitto.
Naturalmente, constatata la scomparsa, i congiunti – con in testa il nipote Valerio Cipriani – sono particolarmente attivi nelle ricerche. Attivano le Forze dell’Ordine e le stesse scoprono che alcune videocamere posizionate lungo la via Salaria, all’altezza di Ongaro, hanno registrato l’autovettura della signora Cipriani effettuare una brusca frenata ad un incrocio, con un tipo di guida scomposto e concitato. Per la cronaca sono le ore 15.49. Fra l’altro, le immagini mostrano una vistosa ammaccatura dell’autovettura. È strano, molto strano. Sembra quasi che non sia lei al volante, non avvezza a guidare in quel modo.
Una lunga attesa dopo la scomparsa
Trascorre un’intera estate senza che si riescano ad avere notizie dell’ex postina di Contigliano. Eppure Silvia Cipriani non può essere scomparsa nel nulla. I familiari vivono lunghe giornate di angoscia e le Forze dell’Ordine passano a setaccio tutta la zona, ripercorrendo diverse volte il percorso svolto quel pomeriggio del 21 luglio, effettuando anche degli accertamenti specifici in alcune abitazioni della zona. Insomma, nulla viene lasciato al caso. Ciononostante, non si ottengono risultati.
La macabra scoperta del corpo di Silvia Cipriani
Come spesso succede in queste vicende, è per puro caso che si giunge ad una scoperta. Anche in questa vicenda, non si fa eccezione. È il 28 settembre, di mattina presto, un cercatore di funghi sta perlustrando il fitto bosco di una località del reatino: Montenero Sabino. Ad un certo punto, in una radura, scopre un’autovettura ferma. Sembra abbandonata.
L’uomo si avvicina e si accorge che non c’è nessuno all’interno. L’auto sembra essere lì da tempo. Tuttavia la scoperta peggiore deve ancora effettuarla. L’escursionista si allontana un po’ dall’autovettura per cercare di rinvenire qualcosa e qualcuno. Quello che scopre è da film del terrore: sono dei resti umani! Vengono allertate le Forze dell’ordine che arrivano sul posto e scoprono che l’auto è di proprietà di Silvia Cipriani, l’ex postina scomparsa da più di due mesi.
L’auto della signora Silvia Cipriani
Non ci vuole molto per ipotizzare che i resti ritrovati siano ciò che rimane del corpo della povera donna, scomparsa in circostanze misteriose due mesi prima.
Partono le indagini
Ovviamente il primo quesito che si pongono gli inquirenti è come sia possibile che la donna con la sua autovettura sia finita in un bosco così impervio. Per quali motivi sarebbe andata fin lì? Viene passata a setaccio la vita della donna e – per quello che emerge – si tratta di una tranquilla signora anziana di un piccolo paese, che non presenta nessun fattore di rischio vittimologico. Nella sua vita e nel suo passato non ci sono ombre.
La svolta del nipote di Silvia Cipriani
A fine ottobre si verifica un colpo di scena. Dalla Procura di Rieti trapela la notizia che nella vicenda c’è un indagato per omicidio volontario: si tratta del nipote Valerio Cipriani. Non arrivano conferme, ma neanche smentite. Gli avvocati dell’uomo rilasciano una dichiarazione, in base alla quale il loro assistito non è indagato. Il diretto interessato smentisce seccamente.
Nel frattempo il sostituto procuratore titolare dell’inchiesta, Dott. Luigi Francia, nomina due consulenti (un medico legale ed un anatomopatologo) per lo studio dei resti umani rinvenuti nel bosco, al fine di accertare in maniera definitiva se sono della povera Silvia. Gli esperti avranno 90 giorni di tempo per comunicare i risultati.
Il mistero dell’autovettura
Come accennato, il mistero più intenso di tutta la tragica vicenda è il ritrovamento dell’auto e dei resti umani nel fitto di una macchia boschiva. Non è assolutamente ipotizzabile che un’arzilla signora, prossima agli ottanta anni, si sia infilata in una zona remota e selvaggia da sola e di propria volontà. Le ipotesi sono due: o vi è stata condotta a forza per ucciderla o vi è stata trasportata dopo morta.
A complicare i rilievi della scientifica vi è il fatto che l’autovettura è stata lasciata con i finestrini semialzati per diverse settimane, condizione questa che ha permesso l’ingresso nell’abitacolo di fauna e flora, con profonda ed irreversibile compromissione delle evidenze probatorie.
Fra l’altro, all’esterno dell’abitacolo, sono presenti numerosissime impronte (troppe) di tipo umano. Alcune di queste con guanti. Tutto ciò non può non condurre alla conclusione che sulla scena del crimine hanno agito, anche se con ruoli diversi, più soggetti. Può darsi un assassino con dei complici o gli assassini.
Un prete loquace nel caso dell’ex postina
All’improvviso, nella vicenda, fa il suo ingresso forte un prete. Si chiama don Valerio Shango e sembra trovarsi a suo agio sotto i riflettori della ribalta mediatica. Il sacerdote intervistato si lascia andare a dichiarazioni pesanti e compromettenti. Il prelato, infatti, afferma che Silvia Cipriani è stata uccisa da due persone per motivi economici.
Come fa a saperlo? Come conosce ciò che afferma? Addirittura è a conoscenza di dettagli così precisi e circostanziati: come mai Convocato dagli inquirenti, non specifica come sia in possesso di tali dati, aggiungendo che le sue sono supposizioni. Naturalmente, i dubbi e le perplessità restano. Gli interrogativi anche.
Leonino, il fattore di Silvia Cipriani
Un altro personaggio-chiave della vicenda è un parente acquisito di Silvia Cipriani, avendone sposato una cugina, chiamato zio Leonino. L’uomo è una sorta di fattore della donna. L’aiuta in tutte le vicende domestiche, di campagna, accudisce gli animali e l’assiste in ogni necessità. Interrogato dagli inquirenti si confonde e si contraddice.
Fra le sue contraddizioni spicca la dichiarazione che non ha potuto chiudere il cancello della casa, in quanto non in possesso delle chiavi. Tale circostanza è smentita dal nipote di Silvia, Valerio, che però lo difende, asserendo che probabilmente si confonde del tutto in buona fede. E qui si apre un mistero nel mistero: quello della villetta della donna lasciata con il cancello aperto e una finestra spalancata dal 21 al 23 luglio, quando sono arrivati per cercarla proprio Valerio e Leonino.
Silvia Cipriani, i punti chiave della vicenda
Il fatto che si tratti di un omicidio è scontato. Tuttavia, i punti chiave sono molti ed intriganti. I principali sono i seguenti:
- chi ha ucciso la povera donna era certamente a conoscenza dell’anticipo della sua visita medica: ciò significa che era qualcuno della sua cerchia di conoscenti;
- chi guidava, in modo non adatto alla modalità di una pacata anziana signora ed è stato ripreso dalle videocamere, poteva essere l’omicida o un suo complice;
- i rilievi antropometrici effettuati all’interno dell’abitacolo (posizionamento del sedile di guida, angolazione dello schienale e così via) sono perfettamente compatibili con l’altezza della vittima, il che fa pensare che la donna fosse alla guida anche quando è stata condotta (ipotesi prevalente) nella boscaglia, evidentemente sotto minaccia, a meno che (ipotesi subvalente) anche l’assassino avesse la sua stessa corporatura.
- non è escluso che la povera donna sia stata condotta a forza nella boscaglia con intento intimidatorio e poi sia scaturito l’omicidio.
- l’omicidio è stato commesso da persone vicine e prossime alla vittima, quasi sicuramente per motivi economici; non sono ipotizzabili altre motivazioni alla luce del quadro generale d’insieme;
- dalle ricostruzioni investigative emerge che Silvia Cipriani è tornata a casa, tanto che intorno alle 18 ha parlato a telefono con una parente ed è lì che è stata verosimilmente prelevata a forza dal suo aguzzino, tanto da lasciare l’abitazione incustodita;
- in base a questo dato un’eventuale aggressione o addirittura un omicidio potrebbe essere stato commesso proprio dopo le 18 (ora dell’ultima telefonata, che attesta che la donna era ancora viva a quell’ora);
- nell’autovettura non sono state individuate e rilevate tracce ematiche, dato che lascia propendere per un omicidio avvenuto all’esterno dell’abitacolo.
Prospettive sul caso Silvia Cipriani
Allo stato attuale le indagini procedono serrate da parte della Magistratura e della Polizia di Stato. Sono particolarmente concentrare sulla cerchia dei conoscenti della vittima, se non addirittura dei congiunti, focalizzandosi particolarmente sul nipote Valerio (formalmente indagato) e sul fattore Leonino (che, negli ultimi giorni, è stato oggetto di ripetuti interrogatori).
È probabile ed auspicabile che nelle prossime settimane si giunga a dare un volto all’assassino o agli assassini di Silvia Cipriani, un’anziana e tranquilla signora di provincia e ad assicurarli alla giustizia.