Strinse la mano a Salvini, maxi sequestro a capo ultras del Milan
Tra i beni confiscati a Luca Lucci ci sono un complesso immobiliare, la gestione di un bar, un'auto e dei conti correnti
Luca Lucci, capo ultras del Milan, ha subito il sequestro di beni per circa un milione di euro da parte della polizia. Fra le risorse confiscate, ci sono un complesso immobiliare di due piani con autorimessa, e la gestione di un bar, noto ritrovo degli ultras del Milan.
Secondo quanto riferisce l’Ansa, il provvedimento ha avuto luogo in seguito a una misura di prevenzione patrimoniale nei confronti di un esponente delle tifoserie organizzate, applicata in Lombardia. Appartiene al campo di competenze del tribunale di Milano, su esecuzione della Divisione Anticrimine della Questura di Milano. La polizia ha sequestrato anche un’auto di grossa cilindrata e dei conti correnti.
La Sezione misure di prevenzione del Tribunale specifica che il “Clan 1899“, il bar la cui gestione era ufficiosamente affidata a Luca Lucci, è la “base operativa per riunioni” su traffici di stupefacenti “e per consegne-ritiri” della droga, e “vede una costante affluenza di pregiudicati di elevato spessore criminale” anche “inseriti in contesti di criminalità organizzata”. Secondo quanto riporta l’Ansa, Lucci figurerebbe come semplice dipendente ma dalle indagini svolte è emerso che ricopriva il ruolo di effettivo gestore.
Di Luca Lucci si era parlato nel dicembre 2018, quando fu ritratto in una foto con il ministro dell’Interno Matteo Salvini. Nell’immagine, il capo ultras e il vicepremier si stringevano la mano. Come riporta l’Ansa, Salvini rispose alle polemiche dicendo che era la prima volta che lo incontrava, e che se avesse conosciuto il suo passato giudiziario non si sarebbe lasciato fotografare con lui: “Ogni giorno – precisò Salvini – faccio foto con centinaia di persone, ovviamente non chiedo alle centinaia di persone che mi fermano a feste, incontri, cene o in strada, il certificato penale”.