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Sciopero di Acciaierie d'Italia e protesta a Roma venerdì 20 ottobre: l'ex Ilva rischia la liquidazione

I lavoratori dell'ex Ilva scendono in piazza a Roma per una grande manifestazione e uno sciopero di 24 ore. Quale futuro per Acciaierie d'Italia

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Venerdì 20 ottobre a Roma i lavoratori e le lavoratrici di Acciaierie d’Italia si preparano a manifestare nell’ambito di una grande protesta, mentre negli stabilimenti ex Ilva in tutta Italia, un’azione di sciopero di 24 ore è pronta a prendere il via. Questo imponente atto di dissenso è alimentato dalle crescenti preoccupazioni sulla gestione dell’azienda. Sindacati come Fim, Fiom e Uilm guidano la richiesta di una maggiore partecipazione del Governo nella supervisione dell’azienda, cercando di salvaguardare il suo valore nell’interesse strategico nazionale.

La situazione nell’ex Ilva

La situazione all’interno dello stabilimento di Taranto è tutto fuorché stabile. Due altoforni sono programmati per interrompere l’attività entro il 2024, mentre un terzo ha un respiro leggermente più lungo, estendendo la produzione di circa tre anni prima della sua dismissione totale.

La richiesta di Acciaierie d’Italia per la revisione dell’Autorizzazione Integrata Ambientale solleva interrogativi, poiché sembra che intendano continuare a operare con vecchi impianti a carbone e addirittura trasformare uno di essi in un inceneritore.

Tuttavia, non vi sono segni di valutazione del danno sanitario o di un piano di decarbonizzazione, ma sembra esserci un aumento della produzione.

Lo stato economico dell’ex Ilva

L’indotto dell’ex Ilva è in crisi. Casartigiani e Aigi, le confederazioni che rappresentano la maggior parte delle imprese coinvolte, segnalano la mancanza di risorse e materie prime.

Gli autotrasportatori lottano con fatture non pagate, alcune delle quali risalgono a novembre dell’anno precedente. Altri sono costretti a accettare pagamenti parziali, rischiando di indebitarsi con le banche.

I fornitori stessi non ricevono pagamenti regolari, mettendo a rischio la loro stessa sopravvivenza. Una possibile amministrazione straordinaria potrebbe aggravare ulteriormente la situazione, portando all’inevitabile collasso dell’indotto.

Amministrazione straordinaria o liquidazione

Sindacati e lavoratori temono che l’ex Ilva possa andare incontro all’amministrazione straordinaria o, in casi estremi, alla liquidazione.

Entrambe queste opzioni comporterebbero un pericoloso default che coinvolgerebbe non solo i dipendenti dello stabilimento, ma anche l’intero tessuto socio-economico della città.

Nonostante i vertici azienda abbiano negato l’ipotesi di amministrazione straordinaria, alcuni segnali suggeriscono la nomina di un commissario liquidatore, il che potrebbe significare la fine dello stabilimento siderurgico di Taranto come lo conosciamo.

La richiesta di coinvolgimento del Governo

Ugl Metalmeccanici di Taranto esprime profonda preoccupazione riguardo alla fornitura di gas e accusa Arcelor Mittal, il socio privato, di essere inaffidabile e pericoloso per la preservazione degli asset produttivi e dell’occupazione.

Il sindacato sostiene che l’unica soluzione praticabile sia il coinvolgimento maggioritario dello Stato, attraverso Invitalia, l’unico ente che ha finora investito nell’azienda.

acciaierie ilva sciopero roma Fonte foto: ANSA
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