Renzi, il patto con Pd e M5s e le proposte per il turismo
Matteo Renzi ha rimarcato le linee del suo progetto politico, facendo alcune proposte per far ripartire l'Italia
Il leader di Italia Viva Matteo Renzi tira le somme sugli equilibri politici in Italia durante la fase 3 dell’emergenza coronavirus. Per il senatore, la tenuta del governo resterà stabile ma per farlo sarà necessario fare un “doppio salto”: su Repubblica afferma che bisogna “da un lato concretizzare la massa di risorse annunciata nelle dirette Facebook ma non arrivate ai cittadini. Dall’altro sostenere la maggioranza per arrivare al 2023, eleggendo un Presidente della Repubblica europeista e filo atlantico”.
Una sorta di patto di maggioranza per “evitare che il Quirinale sia la gara di ritorno di chi ha perso al Papeete”, ha sottolineato Renzi.
Renzi e le proposte per il turismo
Per il leader di Italia Viva il Paese non è ancora ripartito a pieno regime: “Molti italiani hanno ancora paura. Negli ultimi mesi hanno accumulato 28 miliardi di euro in più sul conto corrente”. Una paura che influenzerebbe anche le decisioni del governo: “Deve tornare a decidere la politica, non presunti esperti del Comitato tecnico scientifico. Io i virologi li ho difesi dai no Vax quando non lo faceva nessuno, ma una parte di loro, anche tra i consulenti del governo, le ha sbagliate tutte”.
Una delle proposte di Renzi è quella di “far ripartire i settori più colpiti”, come quello del turismo, attraverso la cancellazione delle tasse per gli albergatori. Si tratterebbe di una significativa spinta per tutte quelle attività che hanno subito una forte scossa a causa della pandemia.
Renzi non ha poi risparmiato attacchi agli avversari politici: “Non abbiamo la controprova, ma penso che con Salvini e Meloni al governo avremmo avuto una gestione più simile a quella di Bolsonaro che a quella della Merkel: l’abbiamo scampata”.
Renzi e il tema scuola
Quanto al tema scuola e le linee guida per settembre, Renzi è severo: “Sulla scuola la politica sta sbagliando molto. A marzo avevo suggerito di riaprire fabbriche e scuole almeno da maggio, almeno per i ragazzi della maturità, e venni sommerso da una marea di critiche. Eppure quella era la strada. Noi siamo stati i primi a chiuderla, prima delle stazioni sciistiche, e saremo gli ultimi ad aprirla. Non va bene”.
E rilancia: “Servirebbe soprattutto restituire centralità e dignità politica al tema della scuola. Nel lockdown mio figlio ha preparato la maturità, mia figlia l’esame di terza media, l’altro figlio studiava e mia moglie faceva lezioni a distanza. Spesso a tavola è affiorato il discorso su chi non poteva fare lezione, perché non disponeva dei device necessari. La scuola non può essere l’ultima ruota del carro”.