Lombardia, ipotesi "magheggi" e numero tamponi: interviene Galli

Il professor Massimo Galli, a margine dell’inaugurazione della nuova terapia intensiva nata grazie alla raccolta fondi che è arrivata a 31 milioni di euro, ha parlato della riapertura dei confini tra una Regione e l’altra e dei presunti dati “aggiustati” dalla Regione Lombardia come ipotizzato ieri dalla Fondazione Gimbe.

Sui “magheggi” in Lombardia, Galli si è dimostrato cauto: “Credo che utilizzare il termine magheggi sia improprio – ha spiegato; credo che nella situazione in cui versiamo non sia impossibile avere delle imprecisioni, delle incompletezze”.

“Credo invece che dovremmo fare più tamponi e questo è un altro discorso. Però magheggi mi sembra che sia un’affermazione senza fondamenti. Non mi vedo i vertici della regione che fanno magheggi, ma quello che gli viene consigliato dai tecnici”.

Poi una frecciatina all’assessore al Welfare della Lombardia: “Impensabile”, ha ironizzato il professore, “che Gallera, vista la sua difficoltà con i dati, non sapendo cos’è un R0, si sia messo a pilotarli o a modificarli. Lo dico con cordialità, ognuno fa il suo mestiere e ognuno sa le cose sue”.

In merito alla riapertura dei confini tra Regioni, “una volta deciso di passare alla Fase 2, è una scelta ineludibile“. Infatti, “a meno che – ha aggiunto Galli – la Lombardia o le altre regioni vengano chiuse a riccio e non permettano né ingressi né uscite, teoricamente una persona che viene da un’altra Regione può avere problemi in Lombardia di qualsiasi natura e tornare a casa sua portandoli.”

“Tenete conto che questo è un virus che non rispetta le frontiere – ha aggiunto -. O pensiamo di mettere una quantità di dazi e dogane tra una Regione e l’altra o io credo che altrimenti non sia materialmente fattibile una riapertura a settori territoriali.

“Pensare di chiudere un intero territorio come una Regione non è una cosa possibile”, ha concluso.

Fonte foto: Ansa