Poliziotto svuota il portafogli smarrito consegnato in questura e si intasca i soldi: condannato
Un agente di polizia è stato condannato e sospeso dal servizio per essersi intascato i soldi di un portafogli smarrito e aver poi falsificato gli atti
Si era intascato i soldi presenti all’interno di un portafogli smarrito e aveva cercato poi di coprire il misfatto. A compiere il gesto non era stato un cittadino qualsiasi, ma un agente di polizia: adesso nei suoi confronti è stata confermata dalla Cassazione la condanna a due anni, con sospensione condizionale della pena, per i reati di peculato, depistaggio e falsità ideologica e materiale.
- La consegna in questura del portafogli smarrito
- Il verdetto della Cassazione
- Il procedimento disciplinare
La consegna in questura del portafogli smarrito
A riportare la vicenda del poliziotto infedele è ‘Il Giorno’. I fatti risalgono al 2019. Un tassista si era presentato alla questura di Milano per consegnare un portafogli di marca prestigiosa contenente 250 euro. Lo aveva perso un suo cliente in auto e al suo interno c’erano ancora i documenti d’identità.
Il giorno dopo l’agente di polizia finito nella bufera aveva però redatto un verbale di rinvenimento non corrispondente al vero, mettendo nero su bianco di aver ritrovato un portafogli di marca differente e con solo 10 euro dentro.
L’episodio è avvenuto a Milano nel 2019
Secondo quanto ricostruito dalle indagini dei suoi colleghi, il poliziotto ha dunque consegnato all’ufficio reperti un oggetto diverso da quello fatto recapitare dal tassista e ha compilato poi atti falsi.
Il verdetto della Cassazione
Le accuse verso l’agente di polizia hanno superato negli anni il vaglio dei tre gradi di giudizio e hanno poi trovato riscontro nella verità processuale stabilita dalla Cassazione, che ha respinto l’ultimo ricorso. La sentenza del primo grado, arrivata con rito abbreviato, è stata così confermata e resa definitiva.
Secondo i giudici, la prova della colpevolezza è “desumibile da una pluralità di elementi indiziari che letti in maniera congiunta” hanno permesso di ritenere dimostrate le ipotesi accusatorie.
A incastrare l’uomo sarebbero state in particolare le immagini delle telecamere, che avevano registrato la consegna del portafogli “fantasma” da parte del tassista e l’agente stesso entrare con l’oggetto nel gabbiotto del corpo di guardia.
Il procedimento disciplinare
La Suprema Corte ha condiviso le motivazioni dei giudici di merito, che hanno ritenuto “più che plausibile che il portafogli in questione non fosse mai uscito dalla diretta responsabilità dell’odierno imputato”.
Il poliziotto era già stato sospeso dal servizio in via cautelare ma adesso che l’iter processuale si è concluso dovrà affrontare il procedimento disciplinare, che porterà all’emissione di una sanzione. Il rischio è quello di una destituzione.