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Paga killer trovato su Internet per uccidere il rivale in amore: viene scoperto, ma per i giudici non è reato

Un 34enne di Vazzola ha pagato 10 mila euro a un fantomatico killer trovato sul dark web per uccidere il rivale in amore, ma era una truffa

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Aveva cercato di assoldare un killer sul dark web per fare uccidere il rivale in amore, fidanzato della donna di cui si era invaghito. Il caso, scoppiato lo scorso luglio, rischia di ora di finire nel nulla, dato che per la giustizia l’uomo, un 34enne di Vazzola (Treviso), non può essere indagato per tentato omicidio.

Paga un killer trovato sul web per uccidere il rivale in amore

Il piano folle dell’uomo, che aveva commissionato l’omicidio del rivale pagando 10mila euro in criptovalute, è stato però scoperto. A portare a galla la vicenda era stato l’Fbi statunitense, che aveva poi fatto partire la segnalazione alle autorità italiane.

Come poi emerso, tutta l’operazione era in realtà una truffa: le indagini degli inquirenti italiani hanno infatti scoperto che il sito era fasullo e che il 34enne trevigiano ha versato migliaia di euro a un fantomatico killer che poi è sparito.

Paga killer trovato su Internet per uccidere il rivale in amore: viene scoperto, ma per i giudici non è reato
 Protagonista della vicenda un 34enne di Vazzola, nel Trevigiano

Per la giustizia non è reato

Il 34enne di Vazzola ora rischia di non finire a processo. Secondo la procura infatti non può essere incriminato per tentato omicidio dal momento che il solo accordo non è idoneo a commettere il reato. Al pagamento dei 10mila euro non c’è stato alcun seguito.

Queste le parole del procuratore Marco Martani riportate dal Gazzettino: “Affinché la Procura possa contestare il tentato omicidio, che è stata l’ipotesi investigativa iniziale, è necessario che si concretizzino, come dice il codice penale, atti idonei e diretti in modo non equivoco a commettere il delitto, anche se l’azione non si compie o l’evento non si verifica”.

Nel caso specifico dunque, per ipotizzare il tentato omicidio dovevano verificarsi alcune circostanze, come ad esempio la pianificazione del piano criminale o l’effettiva possibilità che il sicario assoldato potesse compiere l’omicidio.

L’inchiesta è quindi destinata a venire archiviata. Il 34enne rischia al massimo una misura di sicurezza come la libertà vigilata, qualora il giudice stabilisse la sua pericolosità sociale.

La vicenda e le indagini

Il caso era scoppiato lo scorso luglio, quando è emerso che un 34enne di Vazzola aveva assoldato un killer su Internet per uccidere un imprenditore 45enne di Conegliano, compagno della donna di cui lui si era invaghito.

L’uomo aveva scovato e preso contatti con un fantomatico killer su un portale del dark web, “Murder for hire”, aveva commissionato l’omicidio e versato al sicario 10 mila euro in Bitcoin.  I contatti erano però stati intercettati dal Fbi statunitense, che aveva allertato la polizia italiana.

Gli investigatori hanno avviato le indagini e sono risaliti al 34enne. Scoperto, l’uomo ha subito ammesso le proprie responsabilità ma si è anche difeso sostenendo che si era trattata di una “stupidaggine”, che non sarei mai andato fino in fondo con l’omicidio.

Gli inquirenti hanno poi scoperto che il 34enne è rimasto vittima di una truffa. Il sito internet è infatti fasullo, un fake realizzato apposta per spillare denaro e ottenere dati personali sensibili dalle persone che si avventurano incautamente nel dark web alla ricerca di roba illegale.

Dark web Fonte foto: 123RF
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