Origine Covid, ipotesi "arma biologica" esclusa: nuovo report Usa

Gli studiosi americani continuano a lavorare alacremente per capire l’origine del coronavirus: secondo l’ultimo report dell’intelligence Usa – redatto su esplicita richiesta del numero uno della Casa Bianca Joe Biden e messo nero su bianco dopo 3 mesi di indagini – ancora oggi non ci sono risposte certe. Ma dai dati emersi si tende a escludere l’ipotesi di un’arma biologica o di un’opera di ingegneria genetica. Lo si legge nell’abstract del rapporto diffuso dall’Office of the Director of National Intelligence.

La comunità dell’intelligence, come sottolinea la Cnn, sta dirigendo i propri sforzi su due ipotesi ritenute credibili: la fuga dal laboratorio o il ‘salto’ naturale dall’animale all’uomo.

“Tutte le agenzie – spiega il report – ritengono che le due ipotesi siano plausibili: l’esposizione naturale ad un animale infetto e un incidente legato ad un laboratorio“. Joe Biden, nel commentare lo studio, ha evidenziato che “mentre questo lavoro si è concluso, i nostri sforzi per comprendere le origini di questa pandemia non cesseranno”.

“Faremo tutto ciò che è nelle nostre possibilità per risalire alla radice di questa pandemia che ha causato tanto dolore e morte nel mondo, in modo da adottare ogni precauzione necessaria per evitare che questo accada di nuovo”, ha aggiunto il presidente americano che è poi passato a criticare nuovamente la Cina, ritenuta poco trasparente.

“Il mondo merita risposte e non avrò riposo fino a quando non le avrò”, ha proseguito Biden che ha sostenuto che la Cina continua “a respingere le richieste di trasparenza e a evitare che investigatori internazionali e membri della comunità scientifica abbiano accesso alle informazioni”.

“Le nazioni responsabili – ha evidenziato sempre Biden – non si sottraggono a questo tipo di responsabilità nei confronti del resto del mondo. Le pandemie non rispettano i confini internazionali e dobbiamo tutti comprendere meglio come il Covid si è originato per evitare ulteriori pandemie”.

Il rapporto rimarca che per la maggior parte delle agenzie coinvolte negli studi, non è possibile che il Covid sia il risultato di una manipolazione genetica. Per un’agenzia, in particolare, è invece credibile pensare che la prima infezione umana sia scaturita da un incidente di laboratorio che “probabilmente riguardava un esperimento, gestione di animali o di campioni da parte del Wuhan Institute“.

Secondo il report, il virus sarebbe stato trasmesso ai primi esseri umani non più tardi rispetto a novembre 2019. Tuttavia rimangono troppe incognite perché occorrerebbero più informazioni “per una spiegazione più definitiva sull’origine del coronavirus” .

“La comunità dell’intelligence e quella scientifica globale lamentano la carenza di campioni clinici o di una completa comprensione dei dati epidemiologici relativi ai primi casi. La cooperazione della Cina sarebbe necessaria per arrivare ad una conclusione. Pechino, però, continua a ostacolare un’indagine complessiva, si oppone alla condivisione delle informazioni e critica gli altri paesi, compresi gli Usa”, conclude l’abstract del report.

Cina replica agli Usa: “Calunnie”

L’ambasciata cinese negli Stati Uniti ha accusato Washington di “manipolazione politica” in riferimento al recente report dell’intelligence Usa sull’origine del coronavirus, considerandolo una “calunnia” nei confronti di Pechino, che rigetta le accuse di “rifiutarsi di condividere informazioni”.

Fonte foto: ANSA