Omicron 5, Crisanti contro i tamponi fai da te: perché sono pericolosi secondo l'esperto
Secondo Crisanti se i dati Covid sui contagi non corrispondono alla realtà è anche a causa dei tamponi fai da te: "Non sono sensibili"
L’aumento esponenziale dei contagi Covid nell’ultimo mese ha riportato alla ribalta la questione del tracciamento della popolazione. L’alta contagiosità della sottovariante Omicron 5, simile a quella del morbillo e della varicella, ha messo in allarme gli esperti: i numeri dei casi attuali sarebbero di gran lunga più alti di quelli registrati ufficialmente. Da qui gli interrogativi sull’adeguatezza delle modalità di identificazione dei positivi.
- Crisanti contro i tamponi rapidi: il motivo
- Dati lontani dalla realtà
- Verso la quarta dose del vaccino
Crisanti contro i tamponi rapidi: il motivo
Secondo Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova, andrebbero subito aboliti i tamponi fai da te. La sua posizione è ormai nota da mesi.
Nell’ultimo anno l’abitudine degli autotest tra la popolazione italiana è dilagata, ma come ribadito dall’esperto nel corso di un convegno a Bari con la Federazione Cisl Medici Puglia, non si fa altro che accecare il sistema sanitario di sorveglianza nazionale.
“Non sono sensibili – ha evidenziato – e molto spesso le persone non si autodenunciano o si denunciano tardi”. Per il microbiologo il risultato, di conseguenza, è che viene messa a rischio non solo la propria salute, ma anche quella degli altri.
Dati lontani dalla realtà
Crisanti ha specificato che se i dati Covid faticano a risultare credibili è anche a causa dei tamponi rapidi. Il fatto che spesso risultino negativi anche in caso di positività porta infatti i numeri registrati ad essere distanti dalla realtà.
Una situazione che può far stimare in maniera errata i pericoli della stessa Omicron 5: “Si parla di aumento di positivi, ma quanti sono davvero questi positivi? Quante sono le persone che a casa si fanno il tampone ed è positivo e non lo dicono? Quante persone non vanno in quarantena e dovrebbero?”.
Secondo il microbiologo e accademico, essendo saltate le corrette modalità di identificazione dell’infezione, il sistema sanitario nazionale “è diventato un far west“. “Quando mai un Paese civile affida ai propri cittadini la gestione della sanità pubblica? Non esiste”, ha fatto notare.
Verso la quarta dose del vaccino
A causa dell’aumento dei contagi, è tornata in primo piano l’importanza della campagna vaccinale. Se oggi i dati sui ricoveri non sono preoccupanti, il timore è che in autunno la situazione negli ospedali possa peggiorare drasticamente.
“Abbiamo un virus con una capacità di infettare molto più alta rispetto al Covid iniziale – ha spiegato Crisanti – e una popolazione più suscettibile che si sta allontanando dalla protezione”.
Per questo secondo l’esperto la quarta dose del vaccino dovrà essere fatta “a tutte le persone vulnerabili e gli over 70 con patologie”.