Mugello, parla il papà del piccolo Nicola: il suo racconto
Il racconto di Leonardo Tanturli, il papà del bimbo di 21 mesi scomparso e ritrovato sano e salvo al Mugello dopo due giorni
“Nicola è un bambino forte, è abituato a muoversi in campagna. Quando ci ha rivisto mi è sembrato tranquillo, si è spaventato solo quando è salito in ambulanza”. Sono le parole raccolte dal Corriere della Sera di Leonardo Tanturli, il papà del bimbo di 21 mesi scomparso lunedì sera nella zona del Mugello e ritrovato ieri sano e salvo in un burrone.
Nicola, ritrovato in buone condizioni dopo oltre 30 ore nei boschi, è in ospedale a Firenze assieme alla mamma. “Ha qualche livido sulle gambe e un bernoccolo. È andata bene“, ha detto l’uomo, rimasto a casa per stare con l’altro figlio di quattro anni e accudire gli animali.
I genitori si erano accorti della sparizione del figlioletto attorno alla mezzanotte di lunedì, ma hanno lanciato l’allarme solo alle 9 del giorno successivo.
Tanturli ammette che “è stato un errore, riconosco che abbiamo sbagliato. Certo, eravamo molto preoccupati, ma conosco bene la zona. Io e la mia compagna pensavamo di riuscire a trovarlo presto“.
“Dopo alcune ore, visto che lo chiamavamo e non rispondeva abbiamo pensato che si fosse addormentato vicino a casa, così abbiamo pensato che all’alba si sarebbe svegliato e l’avremmo ritrovato. Purtroppo non è stato così, a quel punto abbiamo chiamato il 112”.
“Alle 6 del pomeriggio – racconta – la mia compagna l’ha messo nel nostro letto, senza pannolino con la cerata. Alle 7 e mezza era ancora lì”.
“Alle 9 di sera abbiamo cenato, eravamo convinti che fosse ancora a letto. A volte fa così e tira fino alla mattina dopo. Alle 10 abbiamo fatto rientrare le capre nel recinto e le abbiamo munte. Abbiamo finito a mezzanotte, siamo andati a letto e solo allora ci siamo accorti che non c’era più”.
Tanturli spiega che è la prima volta che il bimbo si allontana da casa: “Vivendo in campagna è abituato a camminare in autonomia, ma finora solo per alcune decine di metri”. “Negli ultimi tempi – spiega – è cresciuto di qualche centimetro, adesso riesce a raggiungere la maniglia. Deve avere aperto la porta, forse non ci ha trovato e iniziato a cercarci”.
I due erano convinti che Nicola fosse nei dintorni e che si fosse addormentato. “Abbiamo cercato di fare rumore con le pentole, abbiamo gridato, l’abbiamo chiamato. Niente. A quel punto abbiamo avuto paura“.
Poi due giorni di angoscia, fino al sospiro di sollievo, con il bimbo ritrovato da un giornalista della Rai. Quando il bimbo ha rivisto i genitori “ha detto ‘mamma’ e poi che aveva fame. Ci ha abbracciato, per noi è stata una gioia fortissima“.