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Mattarella a Civitella in Val di Chiana per il 25 aprile, il discorso in ricordo delle vittime del nazismo

Il discorso del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a Civitella in Val di Chiana per le celebrazioni del 25 aprile

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Proseguono le celebrazioni per l’Anniversario della Liberazione del Presidente della Repubblica. Nella mattinata del 25 aprile, dopo aver deposto una corona all’Altare della Patria di Roma, Sergio Mattarella si è recato in Toscana, nel paese di Civitella in Val Chiana, dove ha tenuto in discorso in ricordo delle vittime del nazismo.

Il discorso di Mattarella per il 25 aprile

È iniziato con la citazione delle parole pronunciate da Aldo Moro il 25 aprile del 1975 il lungo discorso di Sergio Mattarella per l’Anniversario della Liberazione:

Intorno all’antifascismo è possibile e doverosa l’unità popolare, senza compromettere d’altra parte la varietà e la ricchezza della comunità nazionale, il pluralismo sociale e politico, la libera e mutevole articolazione delle maggioranze e delle minoranze nel gioco democratico”.

Sergio Mattarella a Civitella in Val di Chiana per il 25 aprileFonte foto: ANSA
Sergio Mattarella alle celebrazioni per il 25 aprile a Civitella

Arrivato nel paese di Civitella in Val di Chiana, in provincia di Arezzo, il Presidente della Repubblica ha ricordato le vittime dell’eccidio nazista che proprio in quei luoghi fu perpetrato il 29 giugno 1944.

“Sono venuto qui, oggi – ha spiegato il Presidente – per fare memoria di tutte le vittime dei crimini di guerra, trucidate, in quel 1944, sul territorio nazionale e all’estero”.

“Senza memoria non c’è futuro” ha aggiunto, ribadendo l’importanza di una ricorrenza come quella del 25 aprile:

Il 25 aprile è per l’Italia una ricorrenza fondante: la festa della pace, della libertà ritrovata, e del ritorno nel novero delle nazioni democratiche. Quella pace e quella libertà, che – trovando radici nella resistenza di un popolo contro la barbarie nazifascista – hanno prodotto la Costituzione repubblicana, in cui tutti possono riconoscersi, e che rappresenta garanzia di democrazia e di giustizia, di saldo diniego di ogni forma o principio di autoritarismo o totalitarismo.

Parole simili a quelle condivise dalla premier Giorgia Meloni su Instagram ma che, da lei pronunciate, hanno scatenato polemiche e accuse di incoerenza.

L’eccidio nazista a Civitella in Val di Chiana

Quella di Civitella in Val di Chiana fu una delle più cruente stragi compiute dall’esercito nazista in Italia durante la fine della Seconda guerra mondiale.

Era il 29 luglio 1944, dopo gli stravolgimenti della Guerra, gli abitanti avevano fatto il ritorno in paese, in attesa dell’arrivo imminente degli Alleati, convinti che il peggio forse ormai passato.

Ma all’alba di quel giorno, soldati delle truppe naziste circondarono Civitella e i vicini comuni di Cornia e San Pancrazio.

Come ritorsione per l’uccisione di due militari tedeschi da parte di alcuni partigiani, le forze naziste uccisero almeno 244 persone.

Secondo le testimonianze dei sopravvissuti, i soldati tedeschi entrarono nelle case, ne fecero uscire gli abitanti per portarli tutti nella piazza principale. Molte persone furono prelevate dalla chiesa dove era in corso la messa.

Le case vennero messe a fuoco, gli uomini separati da donne e bambini e trucidati in piazza a colpi di pistola e mitragliatrici.

A ottant’anni dall’eccidio, i familiari delle vittime non hanno ricevuto alcun risarcimento. Secondo la Corte di Cassazione, come si legge in una sentenza del 2008, spetterebbe allo stato tedesco pagare, ma il contenzioso è ancora in corso.

mattarella-civitella-val-di-chiana-discorso-25-aprile-1 Fonte foto: ANSA
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