Mascherine al chiuso, allarme della Fondazione Gimbe: "Decisione folle, a rischio la vita di malati e anziani"
Per voce del presidente Nino Cartabellotta, l'Istituto ha espresso forte preoccupazione sulle nuove regole per contrastare la pandemia
Sono parole dure quelle utilizzate dalla Fondazione Gimbe nella giornata di oggi (giovedì 21 aprile 2022) per segnalare i gravi rischi a cui verrebbe sottoposta la fascia più fragile e vulnerabile del nostro Paese se l’Italia decidesse davvero di togliere l’obbligo delle mascherine al chiuso dal prossimo mese di maggio.
Obbligo di mascherina, i timori di Cartabellotta
Per voce del presidente Nino Cartabellotta – divenuto in questi mesi un vero e proprio punto di riferimento per moltissimi italiani che cercano di orientarsi nella giungla delle norme sanitarie – viene infatti rilevato come “la circolazione del virus è ancora molto elevata: il numero di positivi, sottostimato, supera quota 1,2 milioni, i nuovi casi giornalieri sono oltre 50 mila e il tasso di positività dei tamponi supera il 15%“.
“Di conseguenza – conclude la nota del presidente della Fondazione – abolire l’obbligo di mascherina al chiuso pare ad oggi una decisione molto avventata, perchè metterebbe a serio rischio l’incolumità delle persone più deboli, degli anziani e degli immunodepressi, che inevitabilmente verrebbero esposti ad una situazione di pericolo molto maggiore“.
Le nuove regole dal 1° maggio e le parole di Costa
Il comunicato della Fondazione Gimbe arriva dopo che nei giorni scorsi è stato il sottosegretario alla Salute Andrea Costa ad esprimersi in merito, affermando che “in settimana sicuramente verrà presa una decisione sull’obbligo delle mascherine negli spazi chiusi“.
Infatti, secondo quanto inserito nell’ultimo decreto approvato con la fine dello stato di emergenza, i dispositivi di protezione individuale per bocca e naso dovranno essere indossati al chiuso fino al 30 aprile, ma dal 1° maggio l’obbligatorietà potrebbe cadere: “Credo che la direzione sia quella che si passi a una raccomandazione“, ha detto Costa.
Campagna vaccinale a rilento, i timori di Speranza
Nella settimana in cui il premier Mario Draghi è risultato positivo al coronavirus, anche il titolare del ministero della Salute Roberto Speranza ha confermato i dati diramati oggi dall’Istituto di Cartabellotta, affermando che “la pandemia non è conclusa, siamo in una fase diversa da quella del passato, ma il virus non è scomparso, ancora ci sono delle vittime“.
Speranza ha poi invitato gli italiani a “non abbassare la guardia, bisogna avere prudenza e insistere con la campagna di vaccinazione“. Infine, ponendosi in linea proprio con la Fondazione Gimbe, ha assicurato che “la mia sarà la voce di chi continua a chiedere cautela“.