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La Bce lascia i tassi d'interesse fermi al 4,50% dopo i dati sull'inflazione: le conseguenze sui mutui

Restano invariati i tassi di interesse per la terza volta. La Bce ha deciso di puntare all'obiettivo inflazione al 2%. Cosa cambia per i mutui

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La Bce lascia i tassi d’interesse invariati. Questi sono fermi al 4,50%. Si tratta della terza pausa dopo dieci rialzi consecutivi avvenuti a partire dal luglio 2022. Confermati non solo i tassi, ma anche la valutazione circa le prospettive di inflazione a medio termine. Il consiglio direttivo ha sottolineato di puntare al 2% dell’inflazione. Per questo i tassi devono essere collocati su un livello che può fornire un supporto reale a tale obiettivo.

Tassi invariati

La Bce (Banca Centrale Europea) ha lasciato i tassi d’interesse invariati per la terza volta consecutiva. La decisione comprende tanto i tassi d’interesse al 4,5%, che il tasso sui depositi al 4,0% e le operazioni di rifinanziamento della Bce al 4,75%.

La scelta è stata motivata a partire dalla valutazione delle prospettive di inflazione a medio termine. Come si legge sul comunicato ufficiale, a parte un effetto al rialzo sull’inflazione legato all’energia (e al carburante in crescita a gennaio), la tendenza al ribasso è continua. “I passati aumenti dei tassi di interesse continuano a trasmettersi con forza nelle condizioni di finanziamento”, viene spiegato.

Bce tassi LagardeFonte foto: ANSA
Christine Lagarde in conferenza stampa sulla decisione della Bce di lasciare invariati i tassi d’interesse (25 gennaio 2024)

Gli obiettivi della Bce sull’inflazione

Il Consiglio direttivo della Bce ha confermato i propri obiettivi: garantire che l’inflazione ritorni tempestivamente al suo obiettivo di medio termine del 2%. La valutazione ha fornito i dati per il mantenimento dei tassi invariati, perché si è ritenuto che se mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale al raggiungimento di questo obiettivo.

Si può intuire che anche le future decisioni sui tassi di interesse si baseranno sulle valutazioni delle prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari, ma in chiave stringente.

Le conseguenze sui mutui

La decisione ha conseguenze sui mutui. Con i tassi invariati e uno scenario internazionale difficile, non sarà facile muoversi tra le rate dei mutui, soprattutto per chi lo deve ancora scegliere. È vero però che le rate da ottobre a oggi sono scese, sia per i fissi che per i variabili, anche se i primi continuano a essere la scelta migliore.

Un esempio: oggi un mutuo a 30 anni da 200 mila euro per una casa da 250 mila si ottiene con un tasso fisso del 3,4% e una rata da 887 euro, mentre un variabile costa circa 1.061 euro. Tra il 2020 e il 2022 lo stesso esempio arrivata a costare tra 690 e 740 euro.

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