La Bce alza ancora i tassi di 25 punti base per l'inflazione: gli effetti sul portafoglio degli italiani
La Banca centrale europea ha annunciato un nuovo aumento dei tassi per contrastare la corsa dell'inflazione
Continua la stretta monetaria della Bce per contrastare l’aumento dell’inflazione. Come previsto da molti analisti, la Banca centrale europea ha deciso giovedì 4 maggio di alzare ancora una volta i tassi d’interesse, di un quarto di punto percentuale. Una decisione che segue di appena 24 ore quella analoga presa negli Stati Uniti dalla Fed.
La Bce alza ancora i tassi di interesse
Rispettando le previsioni, il board della Banca centrale europea guidata da Christine Lagarde ha deciso di aumentare i tassi di interesse in area euro di 25 punti base. Il tasso principale sui rifinanziamenti sale quindi al 3,75%, quello sui depositi al 3,25% e quello sui prestiti marginali al 4%.
Si tratta del settimo aumento consecutivo dei tassi d’interesse deciso dalla Bce in appena dieci mesi. Il primo aumento nel luglio 2022, quando la Banca centrale europea per contrastare l’impennata dell’inflazione aveva deciso di alzare il costo del denaro da zero allo 0,5%, dopo anni di tassi negativi.
La decisione della Bce segue di appena 24 ore quella analoga presa dalla Banca centrale Usa: mercoledì 3 maggio la Fed ha aumentato per la decima volta consecutiva i tassi di interesse dello 0,25%, portando il costo del denaro negli Stati Uniti al 5,25%.
Obiettivo inflazione al 2%
“Le prospettive di inflazione continuano a essere troppo elevate per troppo tempo”, spiega la Bce in una nota diffusa dopo la riunione del direttivo che ha varato il nuovo rialzo dei tassi.
“L’inflazione complessiva è diminuita negli ultimi mesi, ma le pressioni di fondo sui prezzi rimangono forti. Allo stesso tempo, i passati aumenti dei tassi si stanno trasmettendo con forza alle condizioni finanziarie e monetarie dell’area dell’euro, mentre i ritardi e la forza della trasmissione all’economia reale rimangono incerti”.
La presidente della Banca centrale europea, Christine Lagarde
La presidente della Bce, Christine Lagarde, ha affermato in conferenza stampa che non c’è da sperare che i tassi scendano nel breve termine, sostenendo che “c’è ancora strada da percorrere” per riportare l’inflazione all’obiettivo dichiarato del 2%.
“Le future decisioni del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi ufficiali siano portati a livelli sufficientemente restrittivi per conseguire un tempestivo ritorno dell’inflazione all’obiettivo di medio termine del 2% e saranno mantenuti a tali livelli per tutto il tempo necessario”, scrive la Bce.
Lagarde ha ricordato che la guerra in Ucraina potrebbe di nuovo far aumentare i costi di energia e cibo, innescando una nuova spirale di inflazione.
Le conseguenze sui mutui
I tassi della Bce riguardano il costo che le banche pagano per scambiarsi tra di loro denaro depositato presso la Banca centrale e a cascata finiscono per influenzare il costo dei vari finanziamenti attivati dagli istituti bancari.
A farne le spese saranno le famiglie e le imprese, che si troveranno davanti a finanziamenti più costosi e a maggiori difficoltà nell’accesso al credito. Per le famiglie l’effetto più diretto e misurabile è l’aumento del costo delle rate sui mutui a tasso variabile.
“I nostri aumenti dei tassi ufficiali – ha spiegato Lagarde – si trasmettono fortemente ai tassi d’interesse privi di rischio e alle condizioni di finanziamento di imprese, famiglie e banche. Per le imprese e le famiglie, la crescita dei prestiti si è indebolita a causa di tassi debitori più elevati, condizioni di offerta di credito più rigorose e domanda inferiore”.