Gasparri paragona Renzi a Brusca e Mutolo: "Difende Berlusconi da giudici su stragi 1993? Si è pentito tardi"
Gasparri ci va giù pesante con Renzi: lo paragona ai pentiti di mafia Brusca e Mutolo, dopo che il leader di Italia Viva ha difeso Berlusconi
Difesa a spada tratta. Il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, torna ad attaccare i giudici della Procura di Firenze che sta indagando sul presunto coinvolgimento di Silvio Berlusconi nelle stragi mafiose del 1993. Accuse definite “ridicole” dall’ex Pd, la cui difesa pro Cav insospettisce un furente Maurizio Gasparri: “Doveva parlare prima, non mi incanta”. Poi il paragone pesante con due pentiti di Cosa Nostra: Giovanni Brusca e Gaspare Mutolo.
- La lettera di Matteo Renzi
- Il passaggio su Marina Berlusconi
- L'ira di Maurizio Gasparri
- Il paragone ai pentiti di mafia Brusca e Mutolo
- Chi sono Brusca e Mutolo
La lettera di Matteo Renzi
Domenica 23 luglio Matteo Renzi ha scritto una lettera indirizzata al direttore de Il Giornale, Augusto Minzolini.
A distanza di due giorni, nella sua newsletter, il senatore riprende le sue dichiarazioni: “Domenica ho scritto una lettera al direttore de ‘Il Giornale’ Augusto Minzolini per ritornare sulla Procura di Firenze che indaga su Silvio Berlusconi in relazione alle stragi mafiose del 1993. Io penso che certe accuse siano ridicole e che la Procura dovrebbe occuparsi dei reati nella mia città, cosa che evidentemente non fa, come dimostra la terribile vicenda dell’Ex Hotel Astor”, riferendosi al caso di Kata, la bimba scomparsa da oltre un mese.
Matteo Renzi e Maurizio Gasparri in Senato, in uno scatto del 2018
Il passaggio su Marina Berlusconi
E ancora: “L’ho scritto chiaro, dando ragione a Marina Berlusconi, e l’ho fatto da avversario politico di Silvio Berlusconi, quale sono sempre stato. Ma proprio per questo occorre la forza della verità e del rispetto”, ha concluso Renzi.
L’ira di Maurizio Gasparri
Non sono mancate le reazione in Forza Italia.
Maurizio Gasparri, senatore azzurro, ha dichiarato: “Non mi faccio incantare dalle denunce tardive di Renzi in riferimento alle persecuzioni giudiziarie subite da Silvio Berlusconi. Doveva parlare prima. E non ci dimentichiamo di quando si alzò in Parlamento per dire, con tono sprezzante: ‘Game over’, rivolgendosi a Silvio Berlusconi ingiustamente estromesso dal Senato, in base a quelle persecuzioni giudiziarie che Renzi scopre soltanto ora”.
Il paragone ai pentiti di mafia Brusca e Mutolo
Quindi, l’affondo: “Doveva distinguersi allora. Invece si unì alla canea dei persecutori e aggiunse la sua opinione e il suo voto. E quindi questo pentimento tardivo sembra il pentimento di un Brusca o di un Mutolo che dopo aver fatto danni si erge a moralista. Renzi non ci incanta. È un tentativo strumentale, tardivo e non sincero il suo. Doveva parlare e agire quando era il momento. Non adesso”.
Chi sono Brusca e Mutolo
Giovanni Brusca, detto ‘U Verru’ (ossia ‘il porco’) o lo ‘Scannacristiani’ a causa della sua ferocia, è un collaboratore di giustizia, ex affiliato di Cosa Nostra.
Dopo le sue rivelazioni e 25 anni di carcere è stato rilasciato il 31 maggio 2021.
Tra i vari reati, ha partecipato attivamente alla Strage di Capaci, posizionando l’esplosivo sotto l’autostrada.
Anche Gaspare Mutolo è un collaboratore di giustizia, ex affiliato di Cosa Nostra.
Ascoltato dopo la strage di Capaci da Borsellino, che lo interrogò due giorni prima la strage di Via D’Amelio, ha accusato i politici Salvatore Lima e Giulio Andreotti di essere collusi con Cosa Nostra.
Grazie alle sue dichiarazioni, nel 1993 il pool antimafia della Procura di Palermo – coordinato dal procuratore capo Gian Carlo Caselli – ha emesso 56 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di importi esponenti della mafia siciliana, tra cui Totò Riina.