Equalize lavorava per i “cugini israeliani”, nuove rivelazioni di Cornelli nell'inchiesta di cyber-spionaggio
Nell’inchiesta Equalize spunta il legame con i “cugini israeliani”. Cornelli parla di dossier su Eni, Hamas e le Brigate Rosse
Emergono nuovi dettagli nell’inchiesta sulla rete di cyber-spionaggio Equalize. Giulio Cornelli, esperto informatico arrestato lo scorso ottobre, ha raccontato ai magistrati dei rapporti del gruppo con presunti “cugini israeliani” e di dossier sensibili su Hamas, Eni e perfino le Brigate Rosse.
I lavori per i “cugini israeliani”
Durante gli interrogatori di novembre, Giulio Cornelli ha riferito che l’hacker Nunzio Samuele Calamucci teneva fogli con appunti di “lavori da fare”, alcuni dei quali indicati come “Per i cugini israeliani”.
Secondo Cornelli, l’ultimo incarico di questo tipo riguardava un’azienda che forniva materiale ad Hamas. Nonostante la natura fumosa delle operazioni, l’impressione era che si trattasse di attività investigative o di tipo commerciale.

Al momento, senza ulteriori dettagli, non è neanche escluso un coinvolgimento con servizi di intelligence stranieri.
Dossier su Eni e Brigate Rosse
Cornelli ha ammesso di aver lavorato a dei report sui fornitori e clienti di Eni, su richiesta del gruppo Equalize, nell’estate del 2022.
Si sarebbe occupato anche di figure come Armanna e Amara, legati al caso Eni-Shell/Nigeria. Inoltre, è emerso l’utilizzo di una chiavetta contenente file appartenenti all’ex superpoliziotto Carmine Gallo, morto il 9 marzo, con materiali su Abu Omar e le Brigate Rosse.
Il gruppo avrebbe utilizzato queste informazioni per sviluppare un sistema interno di aggregazione dei dati chiamato “Beyond Internal Risk”.
L’indagine continua
Secondo Cornelli, Calamucci sosteneva che i fascicoli in possesso del gruppo provenissero dall’esperienza in Polizia di Carmine Gallo e rappresentassero un vantaggio competitivo sul mercato.
L’inchiesta, coordinata dalla Procura, punta a chiarire il confine tra attività commerciali e spionaggio vero e proprio. Restano da verificare le implicazioni dei presunti legami con servizi israeliani e l’utilizzo di informazioni su soggetti sensibili a livello internazionale.
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