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Nel caso Equalize spunta Alex Britti, al centro di un dossieraggio: dal controllo in strada alla "trappolona"

Dossieraggio su Alex Britti, nelle carte dell'inchiesta l'operazione della banda di hacker di Equalize per screditare il cantante

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C’è anche il nome di Alex Britti tra le decine di persone spiate dalla banda di hacker dell’agenzia Equalize. Nella mole di materiale emersa con l’inchiesta della procura di Milano sulle presunte migliaia di informazioni riservate rubate, spunta una operazione di dossieraggio per colpire e screditare il cantante, impegnato in un contenzioso per il divorzio.

Dossieraggio su Alex Britti nel caso Equalize

Sono decine le persone spiate tra celebrità, sportivi, giornalisti e politici dalla banda composta da investigatori privati dell’agenzia Equalize, hacker, ex poliziotti e spie al centro dell’inchiesta della Procura di Milano con la Dda (Direzione distrettuale antimafia) e la Dna (Direzione nazionale antimafia).

Migliaia di dati riservati prelevati illecitamente da banche dati strategiche nazionali, ma non solo. Ad esempio, c’è anche l’organizzazione di un controllo in stazione per colpire una delle celebrità oggetto di dossieraggio, Alex Britti.

Alex BrittiFonte foto: ANSA

Come riporta Repubblica, dalle carte dell’inchiesta è emersa infatti una vera e propria operazione orchestrata dagli indagati per colpire e screditare il cantante, a quanto pare su input dell’ex suocero Fulvio Pravadelli.

La richiesta dell’ex suocero

Fulvio Pravadelli è un ex manager di Publitalia e direttore generale della Veneranda Fabbrica del Duomo. Ed è il padre di Nicole Pravadelli, ex compagna di Alex Britti e madre di suo figlio.

Secondo quanto raccolto dagli investigatori, il manager si sarebbe rivolto all’agenzia Equalize per ottenere informazioni e raccogliere materiale che potessero mettere in cattiva luce il cantante.

Questo perché tra la figlia e Britti c’era un contenzioso legale sulla separazione e sull’affido del figlio.

In un primo momento era stato deciso l’affido condiviso del bambino, che viveva con lei. Poi la donna si è dovuta trasferire a Milano per lavoro e i giudici hanno stabilito che il bimbo dovesse restare a Roma, con il padre.

I tentativi di beccare Alex Britti con la droga

Nel materiale raccolto dagli inquirenti ci sono intercettazioni in cui i membri della banda di hacker discutono di come trovare elementi per danneggiare la reputazione di Alex Britti.

In una intercettazione pubblicata da La Verità, l’amministratore di Equalize Carmine Gallo parla di questo con l’esperto informatico Samuele Calamucci, menzionando un vecchio precedente per droga del cantante risalente al 1991.

Il cantante viene quindi pedinato, con l’obiettivo di cercare di beccarlo con qualcosa addosso. Viene addirittura inscenato un controllo di polizia, orchestrato alla stazione centrale di Milano.

“Ci siamo inventati il fermo, il tipo che era con lui potrebbe avere addosso qualcosa, ci avevano dato una mano colleghi della stazione. Ma niente, avevamo sperato di trovarlo nei guai”, dicono nelle intercettazioni.

La registrazione con Vittorio Brumotti

Secondo l’accusa, Equalize cerca anche di screditare Britti all’occhio dell’opinione pubblica con una campagna stampa, fornendo le informazioni raccolte a diversi giornalisti.

Tra le operazioni pianificate in questo ambito ci sarebbe anche una registrazione audio ottenuta da Vittorio Brumotti. Secondo quanto emerso, l’inviato di Striscia la Notizia avrebbe parlato con Britti durante una festa, registrando la conversazione.

“Brumotti l’ha beccato in una festa, lo ha fatto parlare tra una battuta e l’altra, un po’ in confidenza. Alla fine, ha registrato tutto”, dice Calamucci in una telefonata intercettata.

Sembra però che l’unica ammissione fatta da Britti sarebbe stata quella di aver occasionalmente fumato uno spinello per rilassarsi prima dei concerti.

alex-britti-dossieraggio-equalize Fonte foto: IPA
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