È morto Roberto Renga, popolare giornalista sportivo. Malato da tempo, aveva 76 anni
Lutto nel giornalismo sportivo, è morto Roberto Renga. Storica firma del Messaggero e volto popolare della tv, aveva 76 anni
Lutto nel mondo del giornalismo sportivo. È morto Roberto Renga, storica firma del Messaggero e per anni figura di riferimento per le cronache sportive legate a Roma e Lazio. Il giornalista si è spento all’età di 76 anni dopo aver combattuto a lungo con un male.
Addio a Roberto Renga
Il giornalista Roberto Renga si è spento nella giornata di sabato 10 settembre, all’età di 76 anni. A darne notizie il figlio Francesco Renga su Twitter: “Papà ci ha lasciati nel pomeriggio di oggi. Il suo ultimo tweet è postumo, pensato un anno fa. Data e luogo dei funerali saranno comunicati nella giornata di domani”.
Sul suo profilo Twitter un ultimo messaggio postumo, lasciato alla famiglia: “Non posso lamentarmi. Sono stato molto amato e molto odiato. Il mio perdono a tutti meno tre”.
Non posso lamentarmi.
Sono stato molto amato e molto odiato.
Il mio perdono a tutti meno tre.— Roberto Renga 🇪🇺🇮🇹 (@RobertoRenga) September 10, 2022
Chi era Roberto Renga
Giornalista, appassionato di sport e di calcio, Roberto Renga ha scritto per anni sulle colonne de Il Messaggero, raccontando le cronache sportive di Roma e Lazio. Nel corso della sua lunga carriere ha seguito da inviato ben sette edizioni dei Mondiali di calcio, altrettanti degli Europei e le Olimpiadi di Sydney.
Volto noto anche della tv, spesso ospite in tante trasmissioni sportive, Renga è stato tra i primi a scrivere del calcioscommesse degli anni ’80 sulle colonne di Paese Sera.
Il ricordo di Antonello Valentini
Tanti i messaggi di cordoglio sui social per la scomparsa di Roberto Renga. Tra questi il toccante ricordo di Antonello Valentini, ex capo ufficio stampa della Nazionale e direttore generale della FIGC.
“L’ho sentito fino a qualche giorno fa, la notizia della sua scomparsa mi travolge e mi emoziona molto”, scrive Valentini su Facebook.
“In un giornalismo sempre più codino e compiacente, mancheranno il suo rigore professionale, la caccia alla notizia, la difesa delle proprie idee, la capacità di confrontarsi senza scorciatoie e convenienze. E senza riserve mentali”.
“Ciao Roberto, con te se ne va anche un pezzo della storia della Nazionale italiana e quindi della storia professionale che abbiamo condiviso per qualche decennio”.