Giuseppe Barbaro morto in ospedale a Palermo dopo 17 giorni di ricovero: aspettava un'operazione alla spalla
Giuseppe Barbaro, 76 anni, è morto all'ospedale Villa Sofia di Palermo: i familiari presentano un esposto contro il personale medico
Giuseppe Barbaro, 76 anni, è morto dopo 17 giorni di ricovero nell’ospedale di Palermo Villa Sofia. L’uomo era in attesa di essere operato alla spalla dopo aver subito una frattura. I parenti della vittima hanno presentato un esposto grazie all’assistenza legale fornita dall’avvocato Andrea Dell’Aira. La procura ha aperto un’indagine. La sanità siciliana torna di nuovo nell’occhio del ciclone.
- Ospedale Villa Sofia di Palermo, Schifani convoca i vertici
- Morto Giuseppe Barbaro, l'esposto dei familiari
- Le parole del primario di ortopedia di Villa Sofia
Ospedale Villa Sofia di Palermo, Schifani convoca i vertici
Il governatore della Regione Renato Schifani, dopo l’accaduto avvenuto il 6 gennaio, ha convocato per giovedì pomeriggio il direttore sanitario e il direttore amministrativo dell’azienda “Villa Sofia-Cervello”, Aroldo Gabriele Rizzo e Luigi Guadagnino.
Schifani, il 3 gennaio, aveva effettuato una visita a sorpresa proprio a “Villa Sofia” trovando in Ortopedia 14 pazienti in attesa d’intervento.
La figlia di Giuseppe Barbaro
Secondo la denuncia dei familiari del signor Barbaro, nel corso dei giorni passati dal 76enne in ospedale sarebbero nati problemi non legati alla frattura. Gli autori della denuncia sostengono che ci siano responsabilità da parte dei sanitari nel decesso del proprio caro.
Barbaro, come riferito dal Giornale di Sicilia, è rimasto nel Pronto soccorso dal 21 dicembre al 24 dicembre. Successivamente è stato trasferito nel reparto di Ortopedia.
Morto Giuseppe Barbaro, l’esposto dei familiari
Nell’esposto si legge che “i sanitari hanno omesso di considerare le condizioni cliniche del paziente – ricoverato per una frattura scomposta alla spalla sinistra – con evidenti sintomi di ipernatriemia (alti livelli di sodio nel sangue) associata a disidratazione e peso corporeo ben al di sotto della media”.
Inoltre viene sostenuto che il personale medico ha agito nei confronti del paziente “senza curare una idonea assunzione di liquidi e cibo ed omettendo di diagnosticare tempestivamente l’insorgere – durante la permanenza in nosocomio – di una polmonite bilaterale (lo stato febbrile veniva segnalato dalla figli e solo allora somministrato paracetamolo)”.
Nell’esposto c’è inoltre scritto che Barbaro è stato nel “reparto di Pronto soccorso dal 21 dicembre al 24 dicembre 2024”. Poi è stato trasferito “al reparto ortopedia il 24 dicembre dove le sue condizioni divenivano sempre più scadenti e defedate (e senza mai programmare alcun intervento chirurgico)”.
La figlia ha dichiarato che il padre, quando è entrato in ospedale, stava bene. Ha poi raccontato che lo ha visto “legato al letto con strumenti di plastica alle caviglie ed al braccio destro” e che “manifestava segni di dissociazione e confusione mentale”.
Le parole del primario di ortopedia di Villa Sofia
Il primario di Ortopedia, Davide Bonomo, ha spiegato che “il paziente è stato ricoverato per una frattura all’omero non scomposta e non c’era alcun tipo di urgenza-emergenza”.
“È successo – ha aggiunto il medico – che ha contratto una polmonite in quanto paziente anziano e defedato”. Bonomo ha poi detto che Barbaro è stato visitato e valutato da pneumologi, cardiologi, anestesisti e che per via delle sue condizioni cliniche peggiorate dalla polmonite non si è potuto procedere con l’intervento.
La procura ha sequestrato la salma e l’autopsia sarà svolta venerdì. Solamente pochi giorni fa, a Palermo, si è verificato un altro caso su cui è stata aperta un’indagine: Maria Ruggia, 76 anni, è morta nell’ospedale Ingrassia dopo essere rimasta per 8 giorni in una barella perché non c’erano posti disponibili nei reparti.