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Due donne arrestate per la circoncisione al neonato morto dissanguato: decisive le rivelazioni della madre

La madre del piccolo di 20 giorni ha fatto il nome della donna a cui si era rivolta per fare la circoncisione, che a sua volta ha indicato l'assistente

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Due donne sono state fermate per la morte del neonato arrivato dissanguato in ospedale a Roma venerdì scorso dopo essere stato circonciso in casa. La madre ha confessato dopo quattro giorni di silenzio, indicando il nome della connazionale nigeriana alla quale aveva affidato il compito di eseguire l’intervento clandestino nella sua abitazione tra i comuni capitolini di Monte Compatri e Colonna. La donna avrebbe coinvolto un’assistente. Lo riporta Repubblica.

La confessione

Ai magistrati della Procura di Velletri la madre di cittadinanza nigeriana ha ammesso di aver fatto circoncidere suo figlio di appena 20 giorni da una donna non qualificata.

ColonnaFonte foto: Tuttocittà.it
La zona tra i comuni di Colonna e Monte Comparti dove ha avuto luogo la vicenda

La connazionale è stata fermata a Tor Vergata, dai carabinieri di Frascati che sin dall’apertura delle indagini si erano messi alla ricerca del responsabile dell’operazione clandestina. Ai militari dell’Arma la donna ha fatto a sua volta il nome dell’assistente che era con lei, arrestata nel comune di Mentana.

Le accuse

Le due arrestate sarebbero indagate adesso per omicidio preterintenzionale, al quale si aggiunge anche l’ipotesi di esercizio abusivo della professione medica. La madre del bambino è stata denunciata a piede libero con l’accusa di omicidio colposo.

La vicenda

La vicenda è avvenuta nella notte tra giovedì 23 e venerdì 24 marzo. La madre aveva incaricato la connazionale di effettuare il rituale della circoncisione del figlio, molto diffuso nelle comunità musulmane, e la donna si era presentata a casa della famiglia con un’assistente.

Dopo l’intervento e i medicamenti le due donne avevano lasciato l’appartamento, ma durante la notte la ferita si è riaperta provocando nel neonato una grave emorragia. Inutile la corsa in ospedale: il piccolo privo di sensi aveva perso una grande quantità di sangue e al suo arrivo al Policlinico di Tor Vergata i medici non hanno potuto fare nulla.

Con il figlio insanguinato in braccio, la 33enne era corsa disperata in strada per chiedere aiuto. Dopo aver telefonato al 112 chiedendo un’ambulanza, è andata a piedi verso il capolinea della metro C a Monte Compatri probabilmente nel tentativo di prendere il primo treno e raggiungere l’ospedale più vicino. A darle soccorso sono stati i carabinieri di una pattuglia impegnata in un posto di controllo proprio fuori dalla stazione, che hanno poi scortato l’ambulanza fino al policlinico.

carabinieri-roma Fonte foto: ANSA
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