Covid, la testimonianza di un'italiana a Wuhan: la situazione
Un'italiana a Wuhan ha spiegato le differenze tra la gestione della pandemia nel nostro Paese e in Cina
La vita a Wuhan, focolaio iniziale della pandemia da coronavirus, è tornata quasi alla normalità. Per questo, alla vigilia delle prossime vacanze per il Capodanno cinese, Adnkronos ha intervistato una italiana che vive in città da 8 anni, la professoressa Sara Platto.
“Non abbiamo avuto nuovi casi da giugno – ha raccontato Platto -. Ma nel resto della Cina ce ne sono nuovamente, per questo sono state reintrodotte alcune norme di sicurezza per il Capodanno cinese ci è stato detto di non muoversi da Wuhan, se qualcuno vuole partire deve sottoporsi a test e quarantena al ritorno”.
Dall’inizio della pandemia, la professoressa universitaria non è potuta tornare in Italia: gli italiani residenti, infatti, una volta partiti non possono più tornare.
Anche se la vita è “più o meno” normale, “non è come prima”, ha spiegato l’insegnante. La gente “ha ancora paura”, tanto che “il 98% delle persone, bambini compresi”, indossa sempre la mascherina, anche se non è obbligatoria.
Per quanto riguarda i vaccini, stanno procedendo con le categorie più a rischio:”L’università sicuramente ci informerà se le persone devono vaccinarsi a o meno”, ha spiegato.
Platto, infine, ha spiegato che la differenza tra Cina e Italia è che a Wuhan si interviene “subito”, appena emergono nuovi casi “con tamponi a tappeto e quarantena“.