Covid, come accelerare le vaccinazioni: il piano di Ricciardi
Secondo Walter Ricciardi serve un salto di qualità nella campagna vaccinale. E accelerare anche sulle cure per il Covid-19
“Avremo bisogno di una organizzazione di tipo militare che ancora non c’è. Non può essere considerata ordinaria amministrazione”. Lo ha detto il professor Walter Ricciardi, consulente scientifico del ministero della Salute e docente dell’università Cattolica, in una intervista al Messaggero, a proposito della seconda fase della campagna vaccinale italiana.
“Dobbiamo fare un salto di qualità sul piano nazionale. Non può essere – ha osservato – che la seconda fase sia gestita come la prima, che era facile, perché rivolta solo agli operatori sanitari. Dovremo vaccinare centinaia di migliaia di persone nei palasport, negli studi di medicina generale”.
Per questo secondo Ricciardi serve un responsabile che segue la campagna vaccinale a tempo pieno, oltre al commissario per l’emergenza Domenico Arcuri: “Arcuri sta svolgendo egregiamente il suo compito e sta gestendo in maniera encomiabile l’approvvigionamento dei vaccini. Ma organizzare le vaccinazioni non è un lavoro che si può fare part time”.
“Serve una leadership forte e riconosciuta, che dia garanzie ai cittadini che questa operazione sarà eseguita con lo stesso livello di efficienza in tutto il Paese. Penso a una persona come Bertolaso, ad esempio”, ha aggiunto.
Nonostante i ritardi e i tagli alle forniture, Ricciardi si è detto “moderatamente ottimista“, perché “i problemi sono affrontabili e superabili”.
“Bisogna però convincere le aziende – ha spiegato – che devono produrre più vaccini, da sole non ce la fanno e devono fare questi benedetti trasferimenti tecnologici finalizzati alla produzione. In parte sta avvenendo, ma i governi devono insistere perché così ci sarebbero miliardi di dosi, non milioni”.
“Già oggi Sanofi e Novartis si sono impegnate a produrre per Pfizer, ma non basta. Va sospesa temporaneamente l’esclusiva della produzione“, ha sottolineato.
A complicare la situazione si è aggiunta la raccomandazione dell’Aifa di riservare il vaccino AstraZeneca alle persone sotto i 55 anni: “L’indicazione è tecnicamente corretta dal punto di vista scientifico, ma complica enormemente la campagna vaccinale. Siamo di fronte una situazione eccezionale, tanto è vero che gli inglesi hanno bypassato l’indicazione degli under 55″.
Oltre al vaccino secondo Ricciardi siamo indietro per quanto riguarda le cure, come gli anticorpi monoclonali, perché “manca la volontà da parte di Aifa di accelerare il processo di valutazione in maniera simile a quello che ha fatto l’agenzia tedesca”.
L’Agenzia italiana del farmaco ha detto che aspetta l’autorizzazione dell’Ema, che però ha “solo lo strumento dell’approvazione condizionata, che necessita di più tempo” rispetto all’approvazione di emergenza che hanno a disposizione i singoli Stati, come già fatto ad esempio da Stati Uniti e Regno Unito.