Coronavirus in Lombardia, la gente ora ha paura: social scatenati
Rabbia e paura corrono sul web e in rete dopo la scoperta dei tre casi a Lodi
Non più casi isolati, non più solo turisti cinesi come è stato a Roma o italiani rimpatriati come nel caso in quarantena alla Cecchignola. Adesso il coronavirus è diventato ufficialmente un affare anche italiano. La notizia dei tre casi di Lodi, in Lombardia, hanno scatenato e riacceso la paura e la psicosi tra le gente che ha riversato tutti i suoi timori, e in parte la propria rabbia, sui social.
Galeotta fu la cena… Come oramai diventato di dominio pubblico, sarebbero tre finora i casi accertati di contagio da coronavirus in Italia: un 38enne, e in condizioni molto gravi, ma anche sua moglie ed una terza persona, tutte ricoverate all’ospedale di Codogno, in provincia di Lodi. Dalle prime ricostruzioni i tre avrebbero partecipato ad una cena, circa tre settimane fa, con un uomo d’affari, loro amico, di ritorno proprio dalla Cina. L’imprenditore si trova all’ospedale Sacco di Milano, dove si stanno compiendo gli esami del caso.
Febbre… da social. La notizia non è passata inosservata all’occhio attento dei social ed in breve tempo i vari hashtag sul coronavirus sono diventati trend topic, tra questi anche l’emblematico #coronavirusitalia che fornisce da subito il polso di quanto la paura di una contagio a livello nazionale sia alta. E non solo la paura ma anche la rabbia per delle misure di sicurezza che, alla luce di quanto accaduto oggi in Lombardia, si sarebbero rivelate, a detta degli utenti della rete, inadeguate.
La paura corre in rete. “Forse bisognerebbe avvisare i cittadini di non recarsi al pronto soccorso ma di chiamare il medico da casa, in caso di sintomi sospetti. No? Che fa il Ministero?”; “Sono in aeroporto a Praga e sto per tornare a Milano e niente ci sono un sacco di cinesi che fanno scalo (o comunque persone provenienti dalla Cina) io mi sto cagando sotto porca paletta qui non fanno un c*zzo di controlli”; “più che il #coronavirus mi spaventa il l’imbecillitàvirus di uno che sa di essere stato in cina da poco e se ne va tranquillamente in giro”. “Fioccheranno nuovi casi di polmoniti sospette, poi confermate. Intanto, in assenza di misure “draconiche” di quarantena stile Cina, il #coronavirusitalia continuerà a diffondersi nella penisola italiana, con focolai sparsi su tutto il territorio, inziando dalle metropoli”.
La rabbia diventa social. “Quell’uomo (il 38enne ricoverato, ndr) ha fatto due cazzate: si è recato al pronto soccorso;
si è ricordato dopo 20 gg di aver cenato con colleghi tornati dalla Cina!”; “Complimenti per aver fatto rientrare i cinesi per prima cosa, e per non averli messi in quarantena obbligatoria (anche se non si sa ancora quanto sia il periodo di incubazione). Ah giusto, sarebbe razzismo farlo”; “Il prossimo che confonde precauzione SCRUPOLOSA con razzismo lo prendo a sprangate sulle ginocchia”; .