Coronavirus, cosa cambia con la primavera? Parlano gli esperti
Secondo uno degli esperti interpellati, "marzo e aprile saranno due mesi di sofferenza dal punto di vista sanitario"
“Ad oggi non è ancora certo che il nuovo coronavirus sia un virus maggiormente legato al freddo e non si può affermare che con il caldo scomparirà“: è questo il parere di Giancarlo Icardi, professore di Igiene all’università di Genova, interpellato dai metereologi di 3Bmeteo.com che prevedono una “irruzione di aria artica tra mercoledì e giovedì”.
Secondo Icardi, “considerato che i casi stanno aumentando ci possiamo aspettare che marzo e aprile saranno due mesi di sofferenza dal punto di vista sanitario, mentre è ancora presto per stabilire se ci sarà un effettivo calo dei contagi nella prossima estate”.
Coronavirus e clima
“In ogni caso l’aria aperta dovrebbe aiutare a limitare gli effetti del virus, se non altro perché si riducono le situazioni di stretto contatto collettivo in ambienti chiusi”. Questo è il parere del professor Matteo Bassetti, direttore Malattie Infettive dell’ospedale San Martino di Genova, l’altro esperto consultato da 3BMeteo per capire le eventuali relazioni tra la diffusione del Covid-19 e il clima.
“In linea generale – osserva Icardi – non si può affermare che le zone tropicali possano essere esenti dalla diffusione del virus. Le temperature attorno ai 30°C limitano i coronavirus, tuttavia gli elevati tassi di umidità tendono a ‘proteggere’ i virus”.
Entrambi gli esperti, infine, sono concordi nell’affermare che il vento non è veicolo di trasmissione significativo del nuovo coronavirus.